L’ALTERNATIVA FRA LA RESA E IL CORAGGIO

Alternativa viene da “alter”, altro, o meglio “l’altro”. In italiano significa anche “diverso da sé”, come nel verbo alterare, e tuttavia bisogna stare attenti perché, secondo un libro di etimologia, “alter”, originariamente, significa opposizione fra due. Dunque non fra uno e molti (alius), ma fra uno da una parte e uno dall’altra. Così si può considerare un’alternativa quella fra “acceso e spento”, perché il senso della prima parola è opposto al senso della seconda. Mentre non è un’alternativa quella fra “acceso” e “guasto”, “caldo”, “verde” o “costoso”. Proprio perché “verde” o “costoso” non sono opposti ad “acceso”.
Se chiediamo a qualcuno l’alternativa a “ricchezza” ci dirà “povertà”; se chiediamo l’alternativa a “bellezza” ci dirà “bruttezza;” e se chiediamo l’alternativa a “guerra” ci dirà “pace”. Con ragione, certo. Ma con delle precisazioni di cui è necessario tenere conto.
Se il nostro Paese esita fra invadere un altro Paese o astenersene, effettivamente l’alternativa è fra pace e guerra. Ma se al contrario un Paese straniero comincia ad invadere il nostro territorio, noi non abbiamo la scelta fra pace e guerra, ma soltanto fra resa e guerra. In questo senso rimane indimenticabile ciò che disse Churchill dopo la Conferenza di Monaco, nel 1938: “Britain and France had to choose between war and dishonour. They chose dishonour. They will have war”, “La Gran Bretagna e la Francia dovevano scegliere fra la guerra e il disonore. Hanno scelto il disonore. Avranno la guerra”. Churchill intendeva che se il nemico ha delle pretese inaccettabili, bisogna resistere subito, anche con la guerra, perché l’esperienza insegna che, se si cede ad un prepotente su un punto, quello sarà incoraggiato a chiedere di più. Dopo i Sudeti, l’intera Polonia.
Queste piane osservazioni indicano che il pacifismo – “La guerra in nessun caso” – è una posizione teoricamente sbagliata. Essa avrebbe senso in un mondo di angeli in cui il primo dice “La guerra in nessun caso” e può contare che anche gli altri angeli applicheranno il principio: “La guerra in nessun caso”. Viceversa in un mondo che è lungi dall’essere composto da angeli quando si prospetta il rischio di una guerra bisogna avere le idee chiare.
Se il possibile aggressore è talmente più forte di noi che tentare di difenderci a noi costerebbe moltissimo, a lui costerebbe poco, e comunque vincerebbe lui, è meglio arrendersi subito. Come fece la Cecoslovacchia – soprattutto memore della lezione dell’Ungheria dodici anni prima – nei confronti dell’Unione Sovietica nel 1968.
Se invece siamo sufficientemente armati da potere resistere alla sopraffazione, o al meno da vendere cara la vittoria al più forte, è il momento di decidere se combattere o no. Dunque la vera alternativa non è tra guerra e pace, ma tra guerra e resa.
La scelta è difficile. Se fossimo tanto forti da essere sicuri di battere l’aggressore, probabilmente costui neanche proverebbe ad aggredirci. Se fossimo sicuri di essere una preda facile, tanto varrebbe non provare nemmeno a difenderci. Il problema si pone quando il risultato è incerto e il costo altissimo sia per l’aggressore sia per l’aggredito. In questo caso conta molto la risolutezza.
Se all’Ucraìna viene scippata la Crimea, sempre sperando che Mosca non voglia altro, Kiev può ragionevolmente decidere di tollerare la violenza. Ma se Mosca tentasse di invadere l’Ucraìna farebbe bene a mettere in conto la possibilità (non la certezza, la possibilità) che la vittoria sia costosa e che, persino dopo la vittoria, si possa innescare una tormentosa e interminabile guerriglia. Come quella che costrinse l’Unione Sovietica a ritirarsi dall’Afghanistan, nel 1989. Anche se il territorio è molto diverso.
Nel caso dell’Ucraìna, il problema si presenta molto difficile perché multilaterale e con troppe ricadute in troppi scacchieri. Un cosa è tuttavia certa: molto dipende dalla risolutezza. Se per gli Stati arabi è sconsigliabile attaccare Israele, non è soltanto perché quel piccolo Paese è ben armato; è soprattutto perché, avendo gli arabi ripetutamente dichiarato l’intenzione di sterminare tutti gli ebrei, gli aggressori devono aspettarsi che gli ebrei siano pronti a morire tutti con le armi in mano piuttosto che gasati come conigli. Una tale resistenza da rendere costosissima qualunque possibile vittoria. Per non parlare del rischio di una risposta atomica.
Tucidide ha spiegato più volte questo genere di fenomeni: chi è crudele si rende certo temibile ma la sua crudeltà può diventare un handicap perché trasforma tutti i nemici in eroi. Fino a non conseguire nessuna vittoria o fino a pagarla carissima. Mentre una fama di magnanimità potrebbe propiziare una pace dopo tutto vantaggiosa. Se gli americani e gli inglesi, durante la Seconda Guerra Mondiale sono stati accolti per le strade dagli applausi degli italiani è perché avevano la fama di portare e distribuire pane bianco, latte in polvere, uova in polvere e scatolette di carne. In quel momento, prima che buoni patrioti eravamo molto affamati e gli Alleati, con la loro generosità, fecero un affare. Non soltanto non incontrarono nessuna resistenza nella popolazione ma l’Italia divenne addirittura un fedele alleato degli Anglosassoni.
Se soltanto l’Europa non fosse stupida, litigiosa e imbelle, il problema ucraìno non si porrebbe. Basterebbe dire a Vladìmir Putin (tanto di cappello, sia detto al passaggio, per il modo come fa gli interessi del suo Paese): “Se l’esercito russo traversa la frontiera ucraìna da est, l’esercito europeo occidentale l’attraverserà da ovest”. Se si avesse questo coraggio, non ci sarebbe più nessuna minaccia di guerra.
In certi casi l’alternativa alla guerra è la resa, spesso l’alternativa alla resa è il coraggio.
Gianni Pardo, giannipardo1@gmail.com
13 febbraio 2022

L’ALTERNATIVA FRA LA RESA E IL CORAGGIOultima modifica: 2022-02-14T14:39:19+01:00da gianni.pardo
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8 pensieri su “L’ALTERNATIVA FRA LA RESA E IL CORAGGIO

  1. Vero che i russi nella seconda guerra mondiale hanno subito massacri in quanto ritenuti dei subumani slavi, tuttavia ci sarebbero alcune osservazioni sui 27 milioni di morti sovietici e sull’utilizzo propagandistico che ne è stato fatto.
    A parte l’inattendibilità delle statistiche dell’URSS (una volta si parlava di 20 milioni di vittime, poi ad un certo punto sono diventati 27, forse saliranno ancora), bisogna chiedere se in questo numero sono compresi, ad esempio:

    i morti nell’invasione della Polonia orientale nel 1939, quando i russi con i loro alleati nazisti si sono felicemente spartiti quell’infelice paese
    I morti nella guerra di aggressione (si chiama così) condotta dall’URSS contro la Finlandia nel 1939-1940
    I morti del terrore staliniano che anche in piena guerra continuava ad infuriare contro il proprio popolo
    I morti nelle persecuzioni di interi gruppi etnici dell’URSS considerati, a torto o a ragione (spesso pretestuosamente), collaborazionisti con il nemico.

    I morti tra le truppe sovietiche erano in numero elevatissimo, molto più elevato rispetto agli altri eserciti, anche per un motivo non proprio encomiabile: per Stalin e per i comandanti dell’Armata Rossa la vita dei loro soldati non aveva il minimo valore e li mandavano allo sbaraglio senza il minimo scrupolo e anche contro ogni logica di guerra moderna.
    Last but not least, non è che i sovietici hanno generosamente combattuto i nazisti perché questi erano il male, come vuole la propaganda: la realtà è che ne erano alleati affidabili e che nel fronte antinazista ce li ha ficcati forzatamente Hitler nel 1941.
    Determinante il contributo russo alla distruzione del nazismo, ma i ringraziamenti e le lodi li lascerei alla propaganda. Di sicuro nell’Europa dell’est non c’è un popolo, tra quelli “liberati”, che nutre gratitudine verso i russi.

  2. Rispondo anche se credo sia inutile continuare questa discussione, perchè ciascuno resta della sua opinione (di parte) sull’interpretazione di fatti di attualità.
    Rispondo perchè cortesemente interpellato, anche se non credo che qualcuno riesca ad arrivare fino in fondo :))
    La mia obiezione partiva dallo stupore di leggere in un blog intelligente e razionale come questo opinioni dettate dall’ideologia e dal moralismo, soprattutto se si riferiscono a fatti storici.
    Non si può, a mio parere, riferire fatti storici partendo da considerazioni di antipatia o simpatia, in un blog in cui nessuno mette in discussione che il diritto internazionale non esiste, ma esiste la forza (diplomatica, economica o militare).
    Non si può parlare del diritto di Israele a esistere partendo dal presupposto che gli ebrei ci siano simpatici o no. Il diritto di Israele dipende da motivi storici e militari.
    Hamas non ha diritti se non quelli che derivano dal terrorismo (avendo perso tutte le guerre) e giustamente è perdente, anche se uccidesse mille civili.
    Non si può parlare di Russia ignorando che per i nazisti gli slavi erano “sottoumani”, come gli ebrei, e sono stati massacrati di conseguenza, come gli ebrei. Però hanno avuto la capacità, hanno avuto la forza di vincere e di sottomettere una parte dei tedeschi che hanno permesso al nazismo di salire al potere (tutti erano d’accordo in Europa di tenere divisi i tedeschi).
    A fronte dei 27 milioni di morti sovietici la Germania ha pagato con 7 milioni e mezzo, soldati in battaglia e civili sotto i bombardamenti americani e inglesi.
    I 400.000 soldati americani morti sono stati il prezzo da pagare per triplicare il PIL e vincere la pace. Non male come bilancio.
    Nello studio della storia si spiegano i fatti basati sulla documentazione.
    Altrimenti si chiama propaganda e ognuno può pensare ciò che vuole o ciò che gli è più simpatico.
    Per esprimere la mia posizione di parte a me sono molto simpatici ebrei e russi, come esseri umani, da trent’anni non mi piacciono gli americani liberal o dem di sinistra o neocon. Temo la Nato più della Russia (che difende i suoi confini dall’ingerenza americana): è dalla fine della guerra che l’America, grazie alla guerra, è diventata la potenza militare e culturale che conosciamo, ha sparso nel mondo centinaia di basi militari ed è stata tanto convincente che nessuno in Italia si meraviglia di avere armamento nucleare vicino a casa (a Vicenza, ad Aviano a Sigonella e chissà dove altro ancora) … per difenderci da chi, non so
    I servizi di intelligence USA spiano anche gli alleati ma nessuno lo trova strano
    mentre invece trova strano che i russi difendano i russi, anche quelli che vivono in Ucraina (sono due popoli fratelli), li difendono da bande di miliziani che assomigliano molto a nazisti, molto simili a quelli che i Media MS indicano come destra estrema, Alba dorada, AFD, Casa Pound ecc. escludendoli dalla vita civile. In EU i neonazisti sono brutti e cattivi ma in Ucraina vanno bene perchè sono antirussi. Bullshit, direbbe un amico di Trump.
    Tutto qui, grazie per l’attenzione a chi è arrivato sin qui

  3. “compie azioni estreme, come uccidere i nemici con esecuzioni mirate”

    Sono autorizzato a pensare che Lei preferisce bombardamenti a tappeto? Oppure si è semplicemente espresso male?

  4. Caro Luigi,
    Su certe cose dissentiamo. Lei espone il suo punto di vista, io il mio, ma come io non cerco di imporre il mio punto di vista a Lei, spero Lei non voglia imporre il suo punto di vista a me. Non se la prenda. Io le offro lo stesso diritto di “tribuna” che offro a me, ma non posso offrirle di più. Cordialmente, G.P.

  5. mi scusi, io non vorrei sembrare polemico, ma da lei mi aspetto un maggiore rispetto della storia. Quella roba che scritto non è storia …
    Approfondisca la storia della Polonia dopo la WWI, e anche della Lituania, dei territori contesi, studi il trattato di Versailles, la Prussia orientale, il ruolo dei lituani all’arrivo dei nazisti. Abbiamo capito, a lei non piacciono i russi (sovietici, russi stessa roba) ma è un suo problema. Io ricordo solo che con 27 milioni di morti i russi ci hanno salvato dal nazismo e li ammiro per questo.
    A qualcuno non piacciono gli ebrei, ma non si ragiona così.
    Io difendo il diritto di Israele all’esistenza anche se a volte compie azioni estreme, come uccidere i nemici con esecuzioni mirate, pratica usata anche dagli americani.
    A me, per esempio, non piacciono gli americani di oggi (che non sono quelli del tempo di FDR): ogni volta che guardo Netflix detesto essere bombardato dai messaggi woke, cancel culture, supremazia nera, genere fluido, anti Trump … ma è un problema mio, magari a lei va bene così. 800 basi militari nel mondo, l’arroganza neocon elevata al livello di “io so’ io e tu non sei un ***
    Quando vedo che i Media MS ignorano le porcate di Hillary Clinton sullo spionaggio contro Trump (notizie che bisogna andare a cercare, ad esempio sul sito de l’Osservatore Repubblicano, filo americano ma anti DEM) non cerco notizie storiche per giustificare scelte ideologiche.
    Professore, lei alimenta con i suoi articoli un blog fondato sulla razionalità, sul ragionamento, al difuori di fede e ideologia, la prego, resti fedele a se stesso.
    Oggettivamente, oggi, il pericolo alla pace deriva anche dalla Nato e dall’America del debolissimo Biden (lei crede che i suoi concittadini siano tutti d’accordo con lui?). E purtroppo l’EU al momento conta poco, al momento.

  6. Piccolo particolare: quei missili non ci sono. Mentre il rischio d’invasione c’è.
    Secondo piccolo particolare: La Russia ha cercato di invadere la Finlandia, ha invaso Estonia, Lettonia e Lituania, ha invaso (e conserva) una parte della Polonia, ha invaso la Georgia per piegarla ai suoi voleri, ha invaso l’Ungheria perché voleva essere indipendente, ha invaso la Cecoslovacchia perché voleva un comunismo tollerante, io, se avessi una frontiera in comune con la Russia, dormirei con due dita sul pulsantone rosso. Gli Stati Uniti sono l’unica grande potenza che non ha avuto colonie ed ha offerto l’indipendenza a Portorico, che l’ha ripetutamente rifiutata, con dei referendum. Sempre se non ricordi male, in tutto questo panorama.
    I russi – mi dispiace dirlo, perché sono un grance popolo – hanno lasciato dovunque cattivi ricordi e non sono amati da nessuno. I romani, due millenni dopo, sono ancora rimpianti. E non erano certi agnellini.

  7. Si potrebbe fare dell’ esercizio di Mutatis Mutandis (non so se l’ esempio e’ opportuno :D). La determinazione della Russia potrebbe essere dovuta alla sua paura di divenire vulnerabile. Con l’ esercizio su detto, ci si potrebbe chiedere, che senzazione avrebbero gli USA se vi fossero missili USA a Cuba? Dormirebbero sonni sereni? Quindi se concludiamo che per la Russia e’ vitale che non vi siano armi NATO in Ukraina sia disposta a tutto, anche a qualla guerra disperata che Lei GP ha ipotizzato per gli aggrediti dalla Russia. Io penso che se fossi Putin dormirei con il dito sul pulsantone rosso.

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