LA GRANDE NOVITA’

Finalmente è successo qualcosa e gli editorialisti, che da giorni e giorni rimacinavano il nulla e lo analizzavano al microscopio, hanno creduto di avere un argomento su cui scrivere. È avvenuto che Mario Draghi ha tenuto una sesquipedale conferenza stampa nel corso della quale, pressato da ogni parte, ha detto che il mondo potrebbe andare avanti anche senza di lui; che il governo attuale è stato messo in carreggiata ed ha avviato la realizzazione del programma del PRNN (che sigla degna di Eduardo De Filippo!), tanto che chiunque sia al governo, purché abbia una solida maggioranza, potrebbe portarlo avanti; e che lui, comunque, da un lato è privo d’ambizioni, dall’altro è disposto a servire il Paese nel posto che gli accadrà d’avere. Anche quello di Presidente della Repubblica, ne hanno dedotto i politologi. Ma i politologi, in questa occasione, sembrano più capaci di vedere i microbi che gli elefanti.
Riesaminiamo quanto detto nel primo paragrafo. Draghi fa bene a dire che non è assolutamente necessario: come si dice “i cimiteri sono pieni di persone indispensabili”. Questo dimostra che, da trionfatore, non ha bisogno di uno schiavo che gli ripeta nelle orecchie: “Memento mori”. Ma nel suo caso le cose stanno diversamente. Mario Draghi è una persona intelligente, e dunque è un’eccezione; inoltre ha un notevole senso del reale, ed è dunque una doppia eccezione. In questo senso, per quanto ne capisco, è insostituibile. Anche perché – terza eccezione – è riuscito a far capire agli altri quanto è intelligente. E dunque, mancando lui, e sapendo di non poterlo attualmente sostituire con un uomo (o donna) dello stesso calibro, ognuno cercherebbe di far sedere a Palazzo Chigi non “il migliore” ma “quello che offre i maggiori vantaggi”. Scatenando la rissa, come probabilmente accadrà. Insomma, sarà pur vero che il governo potrebbe andare avanti senza di lui, ma avrebbe quell’ampia maggioranza di cui parla lui stesso, o si sfalderebbe prima ancora di rimettersi in moto?
E tuttavia così ci stiamo occupando di un problema secondario. Perché il dilemma che i politologi si pongono non è quello di fare a meno di Draghi, ma di averlo o no a Palazzo Chigi.
Per quanto riguarda la Presidenza della Repubblica, la prima notizia – che gli italiani hanno faticato a digerire – è stata l’indisponibilità di Sergio Mattarella ad accettare un secondo mandato. E per quanto riguarda la seconda notizia, cioè la disponibilità oggi dichiarata di Draghi ad accettare la carica, dov’è la novità? Draghi non è nato Principe Ereditario. Dovunque sia arrivato, è stato con le sue forze. E volete che un uomo così non sia ambizioso? Ambizioso con discrezione, da persona intelligente, da futuro Capo che non vuole allarmare i futuri sottoposti, ma certo non una mammoletta che preferisce l’ombra nascosta. E tuttavia, questo semplice fatto è il fenomeno del giorno, sul quale si esercitano le migliori menti giornalistiche. Senza vedere che non è successo assolutamente niente.
Draghi è disposto ad accettare la carica di Presidente della Repubblica? Anch’io. Il problema non sono i soggetti disposti all’elezione. Il problema sono i 501 voti necessari. A questo punto i commentatori cominciano a prevedere riunioni di tutti i leader politici, magari in conferenza plenaria, per decidere se mettersi d’accordo per eleggere Draghi. Ed anche questa non è una notizia. Perché allo scopo potrebbero riunirsi anche i giocatori della Salernitana o dell’Empoli, talmente sono ininfluenti sui loro compagni di partito. Cioè su coloro che dovranno eleggere il Presidente della Repubblica.
I leader politici hanno un potere sui colleghi di partito quando hanno qualcosa da promettere (un buon posto in lista) o da minacciare (l’esclusione dalla lista dei candidati). Ma oggi, con la diminuzione del numero dei parlamentari (ben un terzo del Parlamento), con l’incertezza delle intenzioni di voto degli italiani, con la liquefazione di un partito (che ha avuto alle ultime elezioni il 32 virgola qualcosa dei voti, ed oggi spera nel 15%), col Gruppo Misto che è uno dei principali partiti, e soprattutto col voto segreto, per eleggere il Capo dello Stato, che potere hanno i leader politici? Forse quello del loro personale voto, e della moglie, se la pensa come loro.
Per sapere come voteranno i “grandi elettori” bisognerebbe andare a chiedere ad ognuno di loro, in modo da raccogliere un’enorme quantità di bugie. Perché tutti parlerebbero della “persona giusta” e dell’ “interesse della Patria”, mentre il loro primo, indefettibile interesse è che non siano sciolte le Camere e loro non perdano stipendio e pensione. E poiché tutto questo non è cambiato, ciò che dice Draghi, ciò che dicono i politologi, ciò che potrebbero dire i leader politici, e perfino ciò che potrebbero dire i grandi elettori (perché mentirebbero) non vale una cicca.
Né vale qualcosa la dichiarazione di Draghi secondo cui il governo potrebbe continuare imperterrito la sua azione se lui andasse al Quirinale. Perché questo è vero, ma – chiederebbero i parlamentari – è sicuro? Certo, bisognerebbe formare un nuovo governo, e quanto tempo ci vorrebbe? E siamo certi che ci si riuscirebbe? Abbiamo dunque dimenticato che abbiamo avuto il governo Draghi perché c’erano Mattarella e Draghi, mentre nell’ipotesi che stiamo facendo mancherebbero proprio Mattarella e Draghi? In questi mesi alcuni commentatori hanno dato per sicuro che, se Draghi andasse al Quirinale, si costituirebbe facilmente un nuovo governo, mentre altri hanno assicurato che, se ciò avvenisse, lo scioglimento delle Camere sarebbe inevitabile . Ma, nel dubbio, gli elettori del Presidente sono disposti a correre questo rischio? O i commentatori sono così presuntuosi da credere che, se loro assicurano che andrà tutto bene, i parlamentari gli crederanno? Saranno pure peones, ma i peones (contadini) non mancano di buon senso. E di attenzione alla “roba”.
La sintesi è semplice. Se Draghi rimane a Palazzo Chigi, il governo non cade e la pensione è assicurata. Se invece Draghi non fosse a Palazzo Chigi, per qualsivoglia ragione, la pensione sarebbe in pericolo. E questo va evitato ad ogni costo. È assolutamente l’unica cosa che conta, per giunta facile da realizzare, nel segreto dell’urna, dando il torto agli altri del risultato, se di torto si parlerà.
Ecco perché ieri non è successo niente e non poteva succedere niente. Per la buona ragione che l‘unica cosa certa è che in febbraio avremo un nuovo Presidente della Repubblica, anche se si chiamerà Pulcinella. Chiunque, salvo Mario Draghi.
Certo, se mi sbaglio, avrò preso un granchio grande quanto una casa, e riconoscerò il mio disdoro. Ma fino ad allora, sono incrollabile nella mia convinzione.
Gianni Pardo, giannipardo1@gmail.com
23 dicembre 2021

LA GRANDE NOVITA’ultima modifica: 2021-12-23T11:01:06+01:00da gianni.pardo
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3 pensieri su “LA GRANDE NOVITA’

  1. Stimatissimo Prof. Io credo che sia nell’interesse di “tira” alla scadenza naturale della legislatura (marzo 2023) convergere sull’elezione di Mario Draghi alla Presidenza della Repubblica. Come giustamente Lei sottolinea, il nostro è meritatamente ambizioso e quindi mal digerirebbe uno sgarbo sostenuto unicamente da interesse di bottega. Non ritengo inoltre che il nostro avrebbe difficoltà ad ottenere incarico prestigioso in altra parte del mondo. Di conseguenza la continuità della legislatura, a mio avviso, potrebbe rivelarsi una pia illusione. Se poi entriamo nel ragionamento dell’utilità della permanenza di Draghi a Palazzo Chigi, sommessamente evidenzio che il periodo disponibile per affrontare tutte le problematiche di cui Draghi sembra essere l’unico possibile interprete si riduce a 3, 4 mesi. Gennaio: elezione PR – arriviamo a metà febbraio per il nuovo incarico al Presidente del Consiglio – ammesso e non concesso che sia Draghi, non è scontato che l’attuale maggioranza sia disponibile – nella migliore delle ipotesi un altro mese sarà impegnato e siamo a metà marzo – sei mesi primo delle elezioni la maggiiranza non deciderà niente perchè si entra nelle tattiche pre-elettorali e nei soliti veti jncrociati già stucchevoli con coalizioni omogenee, figuriamoci con l’armata brancaleone attuale – tolga il periodo vacanziero ea arriviamo a quanto da me ipotizzato. Colgo l’occasione per salutarla ed augurare Serene Festività.

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