SILLA E CONTE

Sento per Giuseppe Conte un’antipatia così forte che rasenta il rancore, come se mi avesse fatto qualcosa. E non mi ha fatto niente. Dunque dovrei chiedere scusa, per il mio atteggiamento. E al massimo cercare di spiegarlo. Non lo farò. Infatti confesso questi sentimenti soltanto per togliere ogni sospetto di benevolenza nei suoi confronti, per quello che dirò.
Premetto che so poco del Movimento 5 Stelle, delle sue meccaniche interne e delle sue correnti. Dei suoi interiora corporis, come si dice. E dunque sarebbe naturale che mi astenessi dallo scriverne. Se lo faccio è perché, non sapendone niente, ne so quanto i maggiori commentatori. Da ben tre anni e mezzo, il M5S ha la massima rappresentanza in Parlamento e ciò malgrado costituisce un “enigma avvolto in un mistero”, come una volta disse Churchill.
Innanzi tutto molti suoi parlamentari sono usciti dal partito o ne sono stati espulsi: dunque nessuno può rispondere dei loro comportamenti, e men che meno guidarli. Inoltre, quegli stessi che sono rimasti sembrano avere opinioni diverse su ciò che il Movimento dovrebbe essere e fare riguardo al Pd e a tutti gli altri partiti. A cominciare dal farne parte o continuare a raccontarsi la favola del Movimento che è “qualcosa di diverso e inassimilabile”. Scendendo al linguaggio familiare, il M5S è un’insalata ingovernabile o, se si vuole, una maionese impazzita.
In queste condizioni non Giuseppe Conte – che è un “parvenu” della politica – ma il più abile dei politici, Giulio Andreotti, che cosa potrebbe fare? Uno stratega può avere il migliore dei piani di battaglia e saperlo applicare, ma che cosa può fare in concreto se i soldati non gli obbediscono?
I parlamentari “grillini”, all’80%, hanno la certezza che non saranno rieletti e ciò li rende inaffidabili. Infatti non c’è nulla che il Capo possa promettere e nemmeno minacciare, per costringerli all’obbedienza. E se non hanno molte speranze per il futuro, non gli resta che tenersi il massimo che possono ottenere nel presente: conservare lo stipendio fino al 2023 e poi la pensione. Questa è la Stella Polare della loro unica politica: far sì che non siano sciolte le Camere, checché accada. L’esigenza è così forte – soprattutto per molti che, prima di essere dei parlamentari, o erano disoccupati o guadagnavano una frazione di ciò che guadagnano ora – che se necessario voterebbero anche a favore dell’elezione di Silvio Berlusconi a Re d’Italia. Soprattutto considerando che, per l’elezione del Capo dello Stato, si vota a scrutinio segreto.
Sia detto di passaggio, gli ignoranti dovrebbero smettere di irridere il passato, quando il voto era consentito soltanto a partire da un certo censo, e quando la maggior parte dei politici non erano degli spiantati, ma gente che aveva da mangiare prima di divenire parlamentare. E l’avrebbe avuto anche dopo. Tanto che la politica era spesso il coronamento di una carriera, dedicandosi – pressoché gratuitamente, o comunque senza una forte tentazione di rubare – al servizio della Cosa Pubblica. Oggi invece troppi freschi liberti indossano il laticlavio.
Se questo è lo Stato delle cose, se nemmeno il più abile e navigato dei politici potrebbe guidare un esercito in rotta come quello dei Cinque Stelle, perché mai Giuseppe Conte ha sollecitato e assunto questo incarico?
Nei giorni scorsi un commentatore ha scritto, amaro: forse non sa che “la fortuna non dura per sempre”. Effettivamente, se credeva che “tutto sarebbe andato bene”, perché così gli è capitato dal 2018 all’inizio del 2021, è stato un ingenuo. Come si dice, la vittoria ha cento padri, la sconfitta è orfana. Se invece si credeva tanto forte da raddrizzare le gambe ai cani e vincere una guerra persa, è stato un presuntuoso. Se infine si credeva tanto dotato da fare miracoli, è stato abbagliato e illuso dal suo narcisismo.
Recentemente si è battuto – come si dice – per fare del M5S (o ciò che ne resta) una “corrente esterna” del Pd ma poi, quando si è trattato di candidarsi in un seggio romano dove quel partito alle ultime elezioni ha avuto il 62% dei voti, il risultato previsto è stato talmente incerto che ha preferito rinunciare. Rinuncia che pesa ancor più di una sconfitta, perché Conte è stato accusato di viltà. Di voler continuare ad avere posti importanti senza dover combattere per averli.
Il sospetto di benevolenza, nei suoi confronti, nasce dall’avere ampiamente sottolineato le difficoltà di chiunque volesse oggi salvare il Movimento. Se si sostiene che il compito è impossibile, con ciò stesso si assolve l’incaricato dall’accusa di non averlo portato a termine. Ma rimane lo stesso valida una critica insormontabile, nei confronti di quell’uomo. Non avrebbe dovuto cedere alla vanità di essere ancora il Capo, come è stato formalmente con Salvini e Di Maio e durante il Conte 2, con l’orgia di comparsate in tv. Insomma, mi leverei il cappello, dinanzi a lui, se avesse accettato questa carica per spirito di servizio. Perché implorato di firmare una sconfitta, come un generale che accetta il comando di una battaglia che tutti sanno inevitabilmente perderà. Invece temo che abbia sollecitato i gradi di stratega credendo, come Silla, di essere “felix”, cioè fortunato in qualunque impresa si mettesse. Ma di “felix” c’è stato soltanto Silla.
Gianni Pardo, giannipardo1@gmail.com
8 dicembre 2021

SILLA E CONTEultima modifica: 2021-12-09T09:31:38+01:00da gianni.pardo
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Un pensiero su “SILLA E CONTE

  1. Guardi, sui 5S esiste “vasta letteratura”, di cui possiedo 3 o 4 esemplari, assai gustosi.
    Ma, per rimanere sul leggero e nello stesso tempo abbastanza “acuto”, ho trovato godibili ed adeguati (all’oggetto) gli articoli che seguono (non in ordine cronologico):
    https://www.linkiesta.it/2020/10/conte-dpcm-natale-decreto-ristoro/
    https://www.linkiesta.it/2020/12/consiglio-dei-ministri-lamorgese-di-maio-export/
    https://www.linkiesta.it/2021/06/conte-draghi-meloni/
    https://www.linkiesta.it/2021/07/divorzio-rottura-grillo-conte-separazione/
    https://www.linkiesta.it/2021/08/conte-bambini-milano-corriere-vertical-farm/
    https://www.linkiesta.it/2021/09/conte-renzi-sparategli/
    https://www.linkiesta.it/2021/10/di-maio-libro-bibitaro/
    https://www.linkiesta.it/2021/11/movimento-5-stelle-m5s-luigi-di-maio-giuseppe-conte-scuola-storia/
    https://www.linkiesta.it/2021/11/tv-m5s-conte-rai/
    https://www.linkiesta.it/2021/12/campagna-suppletive-roma-pd-5stelle-conte-calenda/
    Sì, provengono da un unico giornale, avendo preferito depennare gli articoli “seriosi” (o inutilmente livorosi) di altri giornali, di livello troppo “alto” rispetto all’oggetto.

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