NOTERELLA ELETTORALE

Oggi e domani sono giorni di elezioni e tutti i commentatori parlano dei possibili risultati. E tuttavia si può anche fare una riflessione del tutto diversa.
La situazione normale dell’umanità è la certezza del presente e l’incertezza del futuro. Il desiderio (infantile) di superare questo insuperabile limite ha fatto nascere auspici, aruspici, oroscopi, profeti e ogni sorta di illusione. E dire che, a porre un termine a questa speranza e a questa ricerca basterebbe questa osservazione: se soltanto una persona al mondo potesse sapere in anticipo il corso di borsa di Wall Street di una settimana dopo, avremmo subito la persona più ricca del pianeta. Ma all’uomo non basta sbattere la testa contro un muro per rendersi conto che c’è un muro.
Nei giorni in cui, come in Italia attualmente, si vota, si verifica la situazione inversa. La gente deposita la sua scheda nell’urna e, anche se nessuno ancora sa che cosa ci sia scritto in quelle urne, a conclusione delle votazioni, il fatto si è già verificato. Dunque si ha il fenomeno per cui, contrariamente a quanto accade di solito (certezza del presente e incertezza del futuro) nel momento in cui si sono concluse le votazioni e non si sono ancora aperte le urne si ha certezza del presente e incertezza del passato. Il passato è fisso, perché si è già verificato e il tempo, checché ne dicano i sognatori, è unidirezionale: non va mai all’indietro. Ma il passato, se non lo conosciamo, si trova nella stessa situazione del futuro. Forse soltanto con questa distinzione teorica, che mentre il passato ignoto potremmo conoscerlo (come avverrà nel nostro caso, aprendo le urne) il futuro ignoto rimane sempre ignoto. Anche disponendo di ottimi profeti biblici completi di lunga barba.
Ma questa stessa distinzione teorica sbiadisce nei casi limite. Per le urne basta aspettare qualche ora, ma per le opere distrutte da quel barbaro del califfo Omar, che mandò in fumo la biblioteca di Alessandria con tutti i capolavori che conteneva, si tratta di una perdita definitiva, che nessun futuro mai ci ridarà. Omar ha commesso il più grande crimine culturale dell’umanità, e non meraviglia che sia stato un islamico dato che, accanto ad alcuni luminari arabi, sono esistiti centinaia di milioni, forse miliardi di musulmani ostili alla cultura. Si veda ciò che accade in Afghanistan. Nel Terzo Millennio.
Forse la conclusione generale è la necessità della nostra umiltà. Non ci deve tanto umiliare non sapere che cosa avviene ai limiti dell’universo, a decine di anni luce di distanza, deve bastarci la nostra invincibile ignoranza per ciò che avviene a quaranta chilometri da noi, in direzione del centro della Terra. E se un giorno arrivassimo a quella profondità, avremmo fatto quaranta chilometri di un viaggio di oltre seimila chilometri, quanti ce ne vogliono per arrivare al centro della Terra. Noi viviamo seduti sul mistero, con sulla testa un interminabile mistero, e nel cuore l’illusoria certezza di essere importanti.
Gianni Pardo, giannipardo1@gmail.com
3 ottobre 2021

NOTERELLA ELETTORALEultima modifica: 2021-10-03T16:06:32+02:00da gianni.pardo
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