IL MISTERO DELLA NON-NOIA

Non so se avete saputo che da due anni in Italia (ma se è per questo anche nel resto del mondo) imperversa una pandemia. E se non lo avete saputo vi compiango vivissimamente, perché significa che siete sordi, ciechi e non leggete in Braille. Infatti tutti gli altri siamo costretti a sentir parlare di pandemia al telefono e sui giornali, in parlamento e in televisione, in famiglia e su Internet, nei giorni pari e nei giorni dispari, nei mesi caldi e nei mesi freddi, e perfino di notte, se ci assale l’insonnia. Personalmente sono arrivato al punto che appena si parla di pandemia o tolgo l’audio o cambio canale, tanto da non posare mai il telecomando, per paura di non fare in tempo.
Anni fa, quando ci si chiedeva giorno e notte chi avesse ucciso il piccolo Samuele Lorenzi, se non dalla madre Anna Maria Franzoni, i giornali e le televisioni ne parlarono talmente a lungo, e senza mai stancarsi che, che disperato scrissi al “Foglio” che Samuele l’avevo ucciso io. Perché si smettesse di parlarne. Nobile tentativo ma, benché la lettera fosse stata pubblicata, non fui creduto. Si continuò con quella solfa non so per quanto tempo ancora. Ma sempre meno che con la dannata pandemia.
Tutto questo magari significa soltanto che sono impaziente, insofferente e asociale. Devo essere io che viaggio contromano in autostrada. Ma come mai gli altri non si stancano, da due anni, di sentir parlare sempre della stessa cosa? Posso capire che soprattutto i vecchi, sapendo di rischiare la vita, abbiano aspettato con ansia il vaccino per evitare di morire. Ma una volta vaccinati, non si poteva parlare d’altro? A quanto pare no. Ma perché? Avranno le loro ragioni, ma quali sono queste ragioni? Le ipotesi che riesco a formulare non mi soddisfano. Qualcuno mi aiuti. Intanto faccio un elenco dei miei tentativi.
Una prima ipotesi è che il resto delle notizie sono ancora meno interessanti. Infatti la vertenza della Whirlpool interessa dopo tutto quelli che ci lavora(va)no; la sorte delle donne afghane riguarda loro e il loro torto di non avere ammazzato i maschi nella culla, dopo averli generati; mentre la pandemia riguarda tutti. Anche se valesse il 50% di ciò che dice Biden (detto “occhioni belli”) la pandemia riguarda il 100% degli italiani. E vince col numero, se non come importanza.
Altra ipotesi è che la lotta alla pandemia impone delle restrizioni al vivere civile, e siamo tutti interessati a sapere se possiamo andare al ristorante, in treno, e se dobbiamo andare in giro con la museruola, mentre il governo sta studiando anche la possibilità di un guinzaglio. Solo nei bordelli si può stare tranquilli, perché ufficialmente non esistono.
Infine ci si può interessare alla pandemia perché siamo tutti salutisti, igienisti, ipocondriaci e, diciamocela tutta, un po’ vigliacchi. Una volta vaccinati, di tragico non ci può succedere nulla, statisticamente. Così come, statisticamente, non è letale traversare la strada. Ma gli ansiosi della salute, in Italia, devono essere molto più numerosi di quel che pensavo. Gente che stramangia (vedere quanti sovrappeso ci sono in giro), beve, prende la macchina per fare cento metri, e poi si preoccupa a morte delle controindicazioni (quali?) dei vaccini.
Infine c’è una possibilità medica cui non avevo pensato. Pare che, come è avvenuto con l’ “Asiatica”ad una mia amica, si possa perdere l’odorato. “Sono anosmica”, mi ha detto. Mentre io l’avevo considerata sempre carina. E mi dicono si possa perdere anche il gusto. Bene, si può perdere anche il senso della noia?
Gianni Pardo, giannipardo1@gmail.com
18 settembre 2021

IL MISTERO DELLA NON-NOIAultima modifica: 2021-09-18T11:11:36+02:00da gianni.pardo
Reposta per primo quest’articolo

7 pensieri su “IL MISTERO DELLA NON-NOIA

  1. “Ma quando saremo in numero sufficiente, ci ricorderemo di chi come lei ha nobilitato le ragioni di questo scempio.”

    Io, invece, al Dr.ssa Angela Piro suggerirei di essere più cauta con questo tipo di affermazioni. Perchè la “passione” può essere tollerata. Le posizioni, anche quelle demenziali, possono essere discusse. Le minacce invece no. Per quelle c’è ancora il codice penale.

    Denny Joe

  2. Si prospetta una resa dei conti casa per casa. E pensare che persino i talebani hanno evitato questo approccio…
    Però se l’intenzione è questa suggerirei di sbrigarsi, perché il numero dei no vax, lungi dal diventare “sufficiente”, in realtà si riduce di giorno in giorno: tutti quelli che finiscono intubati in terapia intensiva poi si scusano e smettono di essere novax. Casualmente.

  3. Pensi quello che le pare. Ormai siete irrecuperabili.
    Lei è una delusione sotto tutti i punti di vista.
    Ma quando saremo in numero sufficiente, ci ricorderemo di chi come lei ha nobilitato le ragioni di questo scempio.

  4. Senza offesa, Lei non sa assolutamente nulla di quello di cui parla.
    Sono medico. Ho subito pressioni e minacce per la mia posizione su tutta la questione del virus.

  5. Gentile signora,
    è la prima volta che vedo la sua firma, ma le rispondo volentieri.
    Inutile fare ironia. Il metodo galileiano (cioè scientifico, ma intendo sin dal momento in cui qualcuno lo ha inventato, o messo sulla carta che dir si voglia) insegna che bisogna distinguere le cause (A ha causato B) dalle semplici sequenze temporali (B è avvenuto dopo A, ma non è detto che sia avvenuto a causa di A).
    Come distinguere i due casi?
    Se dopo A (dopo avere escluso i fatti concomitanti C, D, E. e via dicendo) c’è costantemente B, possiamo essere sicuri che B è stato causato da A. Se c’è B 90 volte su cento, lo scriveremo tale e quale, 90%. E via scalando, nella probabilità, fino a dire che non c’è relazione. Una pillola contro il mal di testa non lo fa passare nel cento per cento dei casi, ma in un numero sufficiente di casi perché si prenda quella pillola, sperando che faccia effetto. Nient’altro. Così funziona la medicina. E per i vaccini infatti si è data la probabilità di protezione al 94%, che è stata appunto considerata altissima, Ma la certezza, la garanzia, no.
    Infine – e concludo – è assolutamente antiscientifico voler risalire ad una legge, ad un’affermazione generale, partendo da un caso singolo.
    Non si offenda, ma spero proprio che la sua competenza non sia scientifica.

  6. Il figlio di una mia carissima amica è ricoverato in ospedale con un’emorragia cerebrale. Stava benissimo, è un atleta, aveva fatto tutti i controlli ma guarda un po’ le stranezze della vita, si fa la seconda dose del vaccino e si sente male.
    Ah già ma per lei sicuramente non ci sarà “alcuna correlazione”.
    C’è un’epidemia di “nessuna correlazione”.
    Contento lei.

I commenti sono chiusi.