SALVINI, LAMORGESE E LA MAGISTRATURA

La ministra dell’interno, Luciana Lamorgese, si è difesa alla Camera dalle accuse quotidianamente rivoltele dal leader leghista Matteo Salvini e dalla leader di Fd’I Giorgia Meloni sostenendo che il rave party è stato “organizzato segretamente, con comunicazioni su chat ‘coperte’” (Ansa). La massa dei camperisti “è convenuta contemporaneamente nell’area da diverse direttrici, ‘bucando’ i controlli” (Ansa). “Si è deciso a quel punto che fosse troppo rischioso un intervento di sgombero con la forza” (Ansa). Chi ha ragione?
Cercando di guardare alle cose con obiettività (nella misura in cui si riesce ad essere obiettivi) la difesa della ministra è veramente carente quando afferma che il raduno è stato “organizzato segretamente”. Se i nostri servizi segreti e le nostre forze di polizia non sono capaci di intercettare le comunicazioni di circa trentamila giovani (non una o due, dunque), figuriamoci quanto ci sapranno difendere dalle spie professioniste che operano sul nostro territorio. E il fatto che le “chat” fossero coperte squalifica la Polizia Postale. Se non è capace di rompere questo catenaccio è meno competente di un “hacker” apprendista. Queste scuse sono la classica toppa peggiore del buco. Sarebbe stato meglio che la ministra non ne parlasse.
Né meglio vanno le cose quando, a scusa della polizia che non ha bloccato i camperisti “in itinere”, allega che essi sono “convenuti contemporaneamente da diverse direttrici, ‘bucando’ i controlli. La Lamorgese si rende conto così che ci sta rivelando che migliaia di assassini, di evasi, di terroristi potrebbero sfuggire alle nostre forze dell’ordine, se questo è il livello dei nostri “controlli”? Non vorrei che fosse una mossa di scarica barile: prima il ministero non avrebbe ordinato a polizia e carabinieri di bloccare i ragazzi, poi la ministra, per salvarsi, dà la colpa a loro. Non sarebbe un bello spettacolo.
Infine la Lamorgese afferma che, una volta il rave party cominciato, era “troppo rischioso un intervento di sgombero con la forza”. E in questo potrebbe avere ragione. Un ministro dell’interno non è un questurino che obbedisce ciecamente alle leggi e ai regolamenti. Anche quello dell’interno è un ministro “politico”, e se reputa che in una certa situazione è opportuno agire in un modo o nell’altro, è nel suo pieno diritto. Dunque può darsi che la Lamorgese abbia fatto la mossa giusta, può darsi che abbia fatto la mossa sbagliata, ma lei aveva il diritto di adottare la linea di comportamento che reputava più opportuna. Il giudizio è politico, non legale.
Ma a questo punto il discorso cambia interamente. Per me il giudizio dovrebbe essere politico. Ma altri, spesso, hanno detto che dovesse essere legale. E allora perché mai la magistratura non processa la dott.ssa Lamorgese per omissione di atto d’ufficio, così come ha accusato Salvini – per un caso analogo – anche se allora il reato fantasiosamente ipotizzato è stato quello di sequestro di persona?
E se oggi nessuno denuncia (giustamente) la Lamorgese, non è evidente che le accuse contro Salvini sono state mosse in malafede? Quello stesso Pd, quello stesso M5S che oggi difendono la Lamorgese non sono quelli che hanno accusato Salvini?
Per giunta, come si è visto, ci sono più argomenti per accusare la Lamorgese di quanti ce ne fossero per accusare Salvini. Infatti la Lamorgese può essere difesa con l’ultima argomentazione (quella costituita dal fatto che la sua decisione era politica) mentre risulta insalvabile dal punto di vista tecnico, per le osservazioni precedenti.
La conclusione è che in un mondo in cui impera la malafede non si ha voglia di entrare, e per questo tante menti superiori rifiutano di impegnarsi in politica. Anche se poi risulta vero il pensiero di Platone (cito a memoria) secondo cui: “Se i migliori rifiutano di entrare in politica, si condannano ad essere governati dai peggiori”. E così sia.
Gianni Pardo, giannipardo1@gmail.com
16 settembre 2021

SALVINI, LAMORGESE E LA MAGISTRATURAultima modifica: 2021-09-16T09:50:53+02:00da gianni.pardo
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