UTILITA’ DELL’ASSOLUTO NULLA POLITICO

Adam Smith ha creduto di identificare una “mano invisibile” che guida l’economia. Non pensava alla Divina Provvidenza o qualcosa di simile, ma semplicemente al fatto che gli interessi in conflitto o si elidono o cercano una mediazione, arrivando spesso – se i fattori sono lasciati liberi di interagire – ad un compromesso utile a tutti. Ecco un esempio: se i prezzi sono troppo bassi, i produttori non guadagnano niente, e devono smettere di produrre. Se i prezzi sono troppo alti, i produttori possono benissimo offrire i beni sul mercato ma, se nessuno li compra, l’industria fallisce. Dunque i prezzi non possono essere né troppo bassi né troppo alti. Ecco come opera “la mano invisibile”.
Nella storia questa “mano invisibile” non si vede molto. Troppa parte delle vicende umane sembra incomprensibile. Si direbbe che gli uomini si lascino guidare più dalla follia che dalla ragionevolezza. Come del resto ha scritto Shakespeare nel Macbeth: la vita “non significa nulla”. E tuttavia anche in questo campo qualcosa che somiglia a una tendenza al riequilibrio si può notare. Per esempio, un potere non è mai eterno ed illimitato, nel senso che, quando un gruppo di uomini non incontra più ostacoli all’esterno, se li crea all’interno, fino ad autodistruggersi. Un esempio? Le conquiste di Alessandro Magno. Morto Alessandro, i successori (i “diadochi”) hanno cominciato a farsi la guerra fra loro, fino a far perdere il ricordo di quello straordinario impero.
Per trovare la necessità di un equilibrio, basta riflettere su alcuni principi basilari della convivenza. Chi produce col proprio lavoro, alla fine ciò che ha se lo suda eccome. Viceversa chi ruba ottiene gli stessi beni senza sudare. Come mai nel mondo non ci sono soltanto ladri? La risposta è semplice: se nessuno producesse, i ladri non avrebbero nulla da rubare; e se tutti fossero ladri, anche i ladri sarebbero vittime dei furti dei colleghi. Insomma una società di onesti è del tutto improbabile, ma sarebbe possibile; mentre una società di ladri è impossibile.
A tutto ciò si pensa quando l’età e l’esperienza arrivano a convincerci che la classe dirigente, e in particolare la classe politica dirigente, non è affatto composta da persone superiori. E allora com’è che l’intero Paese non affonda?
Doppia risposta: da un lato può darsi che stia affondando, e non c’è affatto ragione di star tranquilli. Dall’altro, anche i difetti degli uomini producono i loro vantaggi. Un esempio: io credo di essere un galantuomo, per nulla avido non solo dell’altrui, ma perfino di quello che potrei procurarmi onestamente. Dovrei essere un modello, no? E invece, dal punto di vista sociale, sono “una frana”. Non mi batto per spingere la mia possibile impresa a fare grandi profitti e ad aumentare il pil della nazione; non spendo in cose inutili, e dunque non contribuisco all’economia che vive della stupidità della gente; non cambierei mai la mia automobile soltanto perché ormai non è di moda, ed anzi qualcuno potrebbe chiedermi come mai vado in giro con un’auto vecchia di dieci anni (ma ne ha di più). Insomma, la persona avida è più utile di me alla società. E non avevamo cominciato col dire che l’avidità è un difetto?
Altra prova. L’ambizione è un vizio, ed è l’ambizione che spinge molti mediocri a tentare la carriera politica, per la quale non si richiede nessuna specializzazione (a parte una faccia di bronzo e una spessa pelliccia nello stomaco). Ma è anche vero che l’ambizioso, pur di riuscire, è disposto all’impossibile. Perfino a studiare, perfino a comportarsi bene. Dunque l’ambizioso in fin dei conti è più utile al Paese dell’intellettuale umile e riflessivo, che distilla in solitudine pensieri preziosi e che non produce dieci euro di fatturato.
Addirittura, nel caso dell’Italia, assistiamo all’utilità di quello che potremmo definire “l’assoluto nulla politico”. Cominciamo col definire qualcosa che non è il “nulla politico”. In questo campo fu un ottimo esempio il Partito Comunista Italiano. Era un partito con idee economiche non solo sbagliate, ma anche profondamente nocive. Era un partito nato per il tradimento nazionale, volendo infeudare Roma a Mosca. Aveva principi illiberali che, dovunque aveva trionfato, avevano reso schiavi i cittadini (salvo i membri del Pc). Era un partito che aveva un’ideologia così totalizzante, da costituire più o meno una religione: al punto che i suoi adepti preferivano credere a ciò che diceva il partito che a ciò che dicevano i loro occhi.
Il Pci poteva essere considerato l’epitome di tutto ciò che di negativo può produrre la politica, salvo il nulla. Da questo punto di vista, era anzi un “troppo pieno”. Infatti, quando è morto, ha lasciato i suoi orfani smarriti e disorientati, perché non hanno perso un partito per il quale votare, ma una visione della vita, anzi, il senso della vita stessa.
E che cos’è al contrario il nulla politico? Anche questo non è difficile da definire. Si immagini qualcuno che, nell’agone politico, non ha nessun interesse al di fuori di sé stesso e, nei casi peggiori, del proprio portafogli. Una persona senza idee e che le idee è soltanto capace di fingerle o di cambiarle, se c’è da ricavarne qualcosa. Un personaggio negativo, vero? Eppure guardate il momento presente.
Avevamo un premier di facciata, come Giuseppe Conte, che parlava troppo, non diceva niente, faceva poco al presente e prometteva l’impossibile al futuro. Che insomma aveva tutti i difetti possibili dell’inconsistenza. Oggi invece abbiamo un Presidente del Consiglio dei Ministri che parla pochissimo, promette pochissimo, agisce più che non prometta e governa l’Italia meglio di come sia stata governata da parecchio tempo a questa parte. E chi lo sostiene? Qualcuno che ha le idee giuste? No. Qualcuno che ha a cuore il bene dell’Italia? No. Qualcuno che ha deciso di agire con coraggio, anche se per questo è necessario andare contro la retorica corrente? No. Sostiene il governo Draghi l’insieme di quei piccoli personaggi che nella vita non hanno avuto successo e che, se perdessero la paga di “onorevoli”, quella paga non la ritroverebbero mai più. Per questa ragione, pur di non andare a casa, voterebbero a favore di Draghi anche se abolisse i sindacati, se promettesse di far bocciare gli asini a scuola (strage annunciata), se non accettasse come professori che dei vincitori di concorso, se riducesse il numero degli impiegati di Stato obbligando i rimanenti (puro sadismo) a lavorare sul serio, e via dicendo. Mario Draghi oggi in Italia è onnipotente, perché è seduto su una roccia che non crolla: l’egoismo degli inferiori. La miseria di chi rinuncerebbe a qualunque cosa, salvo una nicchia in cui si lavora poco e si guadagna benissimo.
Ecco a che cosa conduce l’insipienza e la miseria di tanta parte del personale politico: ad avere il migliore governo da molti anni a questa parte. Che il Signore ci conservi ancora a lungo gli eletti del M5S. Finché ci saranno loro, in Parlamento, l’Italia avrà un governo, e un governo stabile per giunta. L’unico problema è: basterà?
Gianni Pardo, giannipardo1@gmail.com
22 giugno 2021

UTILITA’ DELL’ASSOLUTO NULLA POLITICOultima modifica: 2021-06-22T09:31:03+02:00da gianni.pardo
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