L’UTILITA’ DELLA POLITICA NELL’ITALIA COMMISSARIATA

Lo so, è un argomento che tutti trattano: la condizione di partiti non omogenei, ed anzi antagonisti, nella stessa maggioranza. È una situazione impossibile come quella di una coppia di coniugi che è arrivata all’odio reciproco e che tuttavia, almeno per il momento, non può divorziare.
Qui si vede il valore di una superiore educazione. Nel caso di una coppia borghese o, peggio, popolare, la reciproca insofferenza affiora ad ogni piè sospinto. Nel caso di una coppia regale, invece, il dissapore può rimanere nascosto per decenni. Come prima sarebbero state disdicevoli plateali manifestazioni d’amore, nello stesso modo bisogna nascondere fino all’impenetrabilità i sentimenti negativi.
Se i monarchici inglesi adorano la Regina Elisabetta, è perché, per un tempo estremamente lungo, non è stata una moglie, una madre o una donna, ma esclusivamente la sovrana. E se gli stessi monarchici hanno disprezzato di tutto cuore Diane Spencer è stato perché, volendo essere una donna innamorata o infelice e tradita, o di nuovo innamorata – e ciò per così dire pubblicamente, senza pudore – ha fatto scadere la regalità (era destinata ad essere la moglie del re) al livello di una commessa della Rinascente. Non si può essere contemporaneamente una principessa e una commessa, con tutto l rispetto per la professione di quest’ultima. Quella di Cenerentola è soltanto una favola inverosimile.
I partiti inclusi nel governo Draghi vivono un dramma analogo, con l’aggravante che essi devono piacere ai loro elettori differenziandosi dagli altri. Se Diana si fosse comportata come Elisabetta, tutti l’avrebbero applaudita ma, se un partito di destra si comporta come un partito di sinistra – o viceversa – chi lo applaudirebbe? E tuttavia, come differenziarsi, mentre si è tutti nella stessa barca, e si firmano insieme provvedimenti e leggi? Star zitti e sembrare addormentati (Forza Italia) o sparare sciocchezze per farsi notare (Pd), ben sapendo che non se ne farà niente?
Quando una situazione è impossibile bisogna innanzi tutto riconoscerla come tale.e cercare di evitare il peggio. Qualcosa che il nuovo Enrico Letta – quello che ci fa pentire della simpatia sentita per lui ai tempi di “Enrico stai sereno” – sembra incapace di capire. Dice con cipiglio “cose di sinistra”, senza accorgersi che prima che “di sinistra” sono stupide e impopolari. Neanche il suo elettorato di riferimento lo segue. E più lui si incaponisce ad andare contro l’evidenza, più appare incredibile e patetico.
O si entra in un governo o si rimane all’opposizione. L’opposizione al governo, fatta dai banchi della maggioranza, non sottolinea la propria personalità, ma la propria capacità di tradimento.
Forse bisognerebbe che ognuno facesse un esame obiettivo, ponendosi alcune domande essenziali. Se esco dal governo in nome di qualche “santa causa”, lo farei cadere? E soprattutto, in questo caso quale sarebbe il seguito della storia? Se , uscendone io, il governo non cade, aumenterei il peso specifico del partito che mi fa da contraltare nel Paese. Perdendo per giunta i vantaggi del potere. Se – per esempio – la Lega lasciasse il governo in nome dello scandalo dei migranti che continua, che cosa otterrebbe? Nulla. In queste condizioni la cosa migliore è “keep a low profile”, non farsi notare ed aspettare. La politica tornerà alla carica e il grande pubblico dimenticherà presto lo stato d’animo di un paio di mesi prima. Quasi si trattasse di preistoria. Ci sarà tempo e occasione per agire.
Questo spiega perché la politica, attualmente, sia tanto noiosa. In realtà è sospesa. Abbiamo un commissario che agisce in base alle più chiare necessità, e, come necessitas legem non habet, forse non ha neppure una politica. Quando Mario Draghi dice a Letta, a proposito della tassazione sull’eredità, che “Questo non è il momento di chiedere soldi agli italiani, questo è il momento di darglieli” gli spiega in che situazione siamo, non quale sia la sua personale convinzione. E inoltre, parlandogli degli italiani, ha messo fra di loro anche coloro che lasciano ai figli più di un milione di euro. Non sono nemici di classe, sono cittadini come gli altri.
Ma la politica conserva una sua utilità, in questo momento. Se siamo fortunati, ci distrae dalla tragedia delle centinaia di migliaia di imprese che chiudono e dei milioni di lavoratori che hanno perso il lavoro. E che non potranno essere mantenuti dallo Stato a tempo indeterminato.
Gianni Pardo, giannipardo1@myblog.it
26 maggio 2021

L’UTILITA’ DELLA POLITICA NELL’ITALIA COMMISSARIATAultima modifica: 2021-05-26T08:51:44+02:00da gianni.pardo
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