QUESTIONI
LINGUISTICHE

Il
sig.Rossitto vorrebbe sapere se l’aggettivo “circadiano” sia arrivato in Italia
dalla Gran Bretagna. Il Webster americano non fornisce la storia della parola ma
mette tra parentesi un allarmante 1954. Cioè la parola, malgrado la sua
trasparente etimologia latina, è un’invenzione recente. E allora se ne può
dedurre che è una “parola-veletta”: qualcuno, invece di dire “all’incirca
giornaliero” ha detto circadiano, nella speranza di sbalordire il suo
interlocutore, un po’ come la prima modista che ebbe l’idea di lasciar pendere
dal cappello un velo sottilissimo dinanzi al visto della signora che
l’indossava. Velo che a volte annodava intorno al collo, trasformando la dama in
un’apicultrice. Era una cosa piuttosto assurda, eppure per anni, nella prima
metà del secolo scorso, la veletta fu 
un complemento indispensabile dell’eleganza e della distinzione. Perché
era una novità. Perché stupiva, perché – almeno da principio – caratterizzava la
signora che l’indossava.


Nello stesso modo molte persone non usano le parole per
ciò per cui servono (comunicare) ma per fare bella figura. Non la questione ma
il “problema”. Ed anzi i problemi. Ed anzi la problematica. Ed anzi le
problematiche. E non “delle nostre attività”, ma “di quelle che sono le nostre
attività”. E poi, perché dire amministratore, quando si può dire manager? Oppure
quando si può lasciare interdetto l’interlocutore dicendo ceo (chief executive
officer) invece di amministratore delegato?


Il
sig.Rossitto vuole saperne di più sull’origine di circadiano? Snobismo.


Gianni Pardo

ultima modifica: 2009-04-08T08:34:02+02:00da Giannipardo
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