LOMEOPATIA
Ammettiamo per ipotesi che
si scopra che i malati di cancro al fegato, anche dopo che il corpo è stato
invaso dalle metastasi, guariscano nel giro di un mese andando a Bali e bevendo
un litro dacqua tratto da una sorgente su una certa montagna. È ovvio che in
breve tempo migliaia e migliaia di malati andrebbero da tutto il mondo a Bali.
Perfino i più poveri venderebbero ogni loro avere per pagarsi laereo. Quella
sorgente, da un giorno allaltro, avrebbe una fama non dissimile da quella di
Lourdes; ed anzi con qualche ragione in più, dal momento che il miracolo si
verificherebbe costantemente.
Il fatto sarebbe tanto
innegabile quanto inspiegabile. Tutte le indagini chimiche ed organolettiche non
rivelerebbero nessuna particolarità: quella è semplice acqua potabile. E
tuttavia ecco il punto i medici di tutto il mondo direbbero ai malati di
cancro al fegato di andare a Bali. Nessuno direbbe: Non vada a Bali perché la
medicina ufficiale non sa perché lì si guarisca dal cancro. Nessuno direbbe:
Non beva quellacqua perché la scienza non ha saputo spiegare perché debba
ingozzarsi tutto quel liquido. E quandanche fosse così sciocco da dire cose
del genere, nessuno lascolterebbe. Se un malato di cancro fosse sicuro di
guarire entrando nudo in San Pietro in Roma, oppure sputando in faccia ad un
vigile urbano o mangiando carne cruda di vipera, nessuno si asterrebbe da queste
azioni: quando lalternativa è la morte, non si esita.
Tutto questo non sarebbe
neppure contrario alla medicina, la quale non è filosofia ma prassi. La
farmacopea ha utilizzato per secoli rimedi di cui non conosceva né il principio
attivo né il meccanismo terapeutico. Erano efficaci e tanto bastava. Questo è
stato vero persino per lumile aspirina, il cui principio di funzionamento è
stato compreso oltre un secolo dopo la sua scoperta.
Tutto ciò posto, la
separazione corrente fra medicina ufficiale e medicina alternativa è
incomprensibile. Se qualcuno ha un forte mal di testa non chiede un rimedio
della medicina ufficiale: chiede un rimedio efficace. E se il rimedio fosse
ingerire mezzo litro di passata di pomodoro, lo ingerirebbe senza chiedere
perché mai il pomodoro debba essere più efficace del classico analgesico. Del
resto, è avvenuto anche storicamente che un farmaco, studiato per un male, si
sia rivelato ottimo per un altro, e per laltro è stato poi correntemente
adottato.
La separazione fra medicina
ufficiale ed omeopatia è incomprensibile. Assolutamente nessun competente
negherebbe un risultato scientificamente accertato e infatti gli adepti
dellomeopatia, per spiegare la disistima degli scienziati, non sanno che
formulare motivi evanescenti. I medici classici sarebbero gelosi, pieni di
pregiudizi, vorrebbero favorire le case farmaceutiche, vorrebbero chiudere gli
occhi dinanzi ai successi degli altri e avrebbero altri moventi oscuri. In
realtà, quale medico non sarebbe felice di guarire i propri clienti ed amici? E
chi non prescriverebbe quei medicinali ai propri ai propri figli, se li credesse
utili?
Se la medicina omeopatica
fosse più efficace di quella ufficiale magari non in tutti i campi, ma anche
soltanto nella cura del raffreddore, la cura del raffreddore diverrebbe
ufficialmente quella omeopatica. Se ciò non avviene, rimane dimostrato che la
cura classica e quella omeopatica si equivalgono: nel senso che, in ambedue i
casi, cè solo da aspettare che quel malanno passi.
Il successo dellomeopatia
nasce da una suggestione collettiva. È dovuto alla credenza che ciò che è
ufficiale corrisponde agli interessi di qualcuno: a scapito dei poveri, dei
deboli, degli isolati. La medicina classica è una delle forme del Potere. Se Dio
vieta di mangiare il frutto del melo, qual è la conclusione logica? Che il
Potere ha un interesse a non concedere i benefici della mela.
Molti credono a qualunque
leggenda, per quanto balzana, purché diversa dalla verità ufficiale. Kennedy è
stato ucciso da chissà chi, certo non dal solo Oswald. Gli americani non sono
mai arrivati sulla Luna. Gli ebrei hanno organizzato lattacco alle Torri
Gemelli. Infine preparate i fazzoletti – non un autista ubriaco ha fatto
morire la principessa Diana, ma un pilastro del ponte che, sobillato dalla
Regina Elisabetta, si è improvvisamente mosso per pararsi dinanzi alla
Mercedes.
Gianni Pardo,
giannipardo@libero.it
4 aprile
2009
Questo testo sull’Omeopatia era per giorno 4. Solo che, come sa chi mi conosce, sono estremamente distratto. Me ne scuso soprattutto con Nadia, cui avevo detto che l’avrebbe trovato qui.