IL RIFIUTO DELLA REALTA’

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IL RIFIUTO DELLA REALTÀ

I nostri sensi – in barba al problema della conoscenza – ci informano abbastanza fedelmente sulla realtà. Nessuno, che abbia dimenticato a casa l’ombrello, ha dubbi sull’esistenza della pioggia. Ciò malgrado in molti casi – quando non si tratta di queste evidenze sensoriali – l’uomo è capace di preferire i propri sogni, i propri pregiudizi e la propria fede al messaggio della realtà.

Gli esempi potrebbero essere infiniti. È difficile giudicare oggettivamente i propri figli. E meno male: diversamente la sopravvivenza della specie potrebbe essere in pericolo. Ci si fanno le peggiori illusioni sul conto della persona di cui si è innamorati. Gli spettatori dello stadio vedono due partite diverse secondo la squadra per la quale tifano. Perfino al livello più alto si preferiscono le proprie convinzioni alle plateali evidenze: si è capaci di credere ad una vita dopo la morte, in barba all’esperienza quotidiana, e si è capaci di credere alla Divina Provvidenza, anche se il mondo sembra tutt’altro che ben guidato. Si è infine stati capaci di credere al comunismo, mentre tutti i risultati concreti erano disastrosi. La visione del mondo è filtrata dai preconcetti con cui la si guarda.

Senza scomodare Kant e le sue categorie, basterà citare un episodio narrato da Jean-Paul Sartre. A casa sua, quand’era ragazzo, si metteva a tavola un boccale con l’acqua per bere. Un giorno lui riempì un bicchiere direttamente dal rubinetto e un familiare lo rimproverò. Come, così beveva? Dimenticando che anche l’acqua del boccale veniva dal rubinetto. Insomma l’acqua diveniva potabile quando era nel contenitore giusto al posto giusto.

In un’intervista sul “Corriere” di oggi Luciano Violante racconta come, all’inizio, il suo partito non prese sul serio Berlusconi. Quello che non dice è però che, se in quel momento l’errore fu perdonabile, non lo fu nei molti anni seguenti. Un fenomeno nuovo può essere senza importanza, ma se continua a verificarsi, non basta negarlo. Che senso aveva parlare di “partito di plastica” se quel partito vinceva? Che senso aveva ironizzare sulla sensibilità del Cavaliere per gli aspetti mediatici della politica, se poi quegli aspetti si rivelavano determinanti? È come se un palermitano si rifiutasse di riconoscere che sta piovendo in agosto e per questo non aprisse l’ombrello.

Il fenomeno corrisponde a caratteristiche costanti dell’umanità. Tutta l’Europa si rassegnò difficilmente alla volgarità dell’archibugio e i generali austriaci non si resero subito conto che, con Napoleone, era nato un nuovo modo di combattere. Anche la sinistra, in Italia, immagina degli elettori con gli occhi fissi sui grandi ideali e non si rassegna ai loro interessi borghesi e prosaici. Berlusconi inaugura un termovalorizzatore che risolve nel modo migliore, anche se solo in parte, il problema dei rifiuti in Campania, ed essa si preoccupa dell’ambiente che (forse) ne potrebbe risentire. Berlusconi vorrebbe permettere a molti di fabbricarsi una stanza in più e la sinistra non capisce che la gente è contentissima della prospettiva. Il provvedimento è sbagliato? Può darsi. Ma o si è in grado di spiegarlo tanto chiaramente da farlo capire agli analfabeti o è meglio non opporsi: per non avere l’aria di andare contro i loro interessi concreti in nome di ideali e principi di cui, in fondo, tutti si disinteressano sovranamente. Il cuore è a sinistra ma il portafogli a destra: ed oggi è più vero che mai.

L’errore degli ex-comunisti e dei loro alleati è la rigidità a causa della quale preferiscono alla realtà concreta la loro visione preconcetta. Il loro partito è nato nell’Ottocento come rappresentante dei proletari e oggi, senza accorgersi che sono passati centocinquant’anni, è divenuto incomprensibile ai proletari. È nato su una base di materialismo (storico) e sembra una metafisica salvifica. È nato popolare ed è finito elitario, con la puzza sotto il naso.

Quando a sinistra capiranno che devono scendere dalle nuvole dei loro alti pregiudizi potranno finalmente lottare alla pari con Berlusconi che, in fondo, non ha nessuna teoria politica. È un uomo che ha delle idee semplici come questa: bisogna togliere la spazzatura dalle strade di Napoli.

Gianni Pardo, giannipardo@libero.it

27 marzo 2009

IL RIFIUTO DELLA REALTA’ultima modifica: 2009-03-28T10:30:46+01:00da Giannipardo
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