I DISASTRI DELLA DEMAGOGIA

I DISASTRI DELLA DEMAGOGIA

La graduatoria d’importanza delle notizie, se bisognasse giudicare dal numero di citazioni nei telegiornali, potrebbe sorprendere. Secondo Medici senza Frontiere, se nello Zimbabwe c’è il colera, nelle tv Rai e Mediaset la cosa ottiene 12 citazioni; mentre le citazioni che riguardano Carla Bruni sono 208. Siamo dunque tanto insensibili alle sofferenze di migliaia e migliaia di persone? Siamo tanto superficiali da appassionarci a cose che in fondo non hanno nessuna importanza, o ne hanno quanto le chiacchiere di portineria? La risposta è purtroppo sì. Ma non per questo la gente merita di essere rimproverata per i mali del mondo.

Se piangessimo giorno dopo giorno sul colera nello Zimbabwe, sui massacri del Darfur, sull’oppressione del Tibet, questo non sarebbe di nessuna utilità agli interessati. E soprattutto bisogna dire che, se in Italia ci fosse un colera che miete migliaia di vittime, sarebbe uno scandalo internazionale, cadrebbe il governo, si farebbe scendere l’esercito per le strade, si rischierebbe la rivoluzione: ma certo non si rieleggerebbe per decenni un Mugabe come dittatore. Se dunque nello Zimbabwe tutto questo può avvenire, è segno che gli infelici abitanti di quel paese africano sono diversi da noi.

Razzismo? Per niente. Sono diversi perché più ignoranti, con meno coscienza democratica e soprattutto ancor più di noi permeabili alla demagogia.

Quando lo Zimbabwe si chiamava Rhodesia, era un Paese prospero, ordinato e gradevole. Era chiamato la Svizzera dell’Africa. Ciò dipendeva dal fatto che vi erano coloni bianchi che amministravano lo Stato e mandavano avanti molte fattorie. Il potere fu poi preso da Mugabe che promise l’Africa agli africani, depredò i bianchi delle loro terre, e li fece scappar via. Purtroppo gli africani non seppero mantenere le coltivazioni e lo Zimbabwe, da Paese prospero, divenne un posto in cui, se non si muore di colera, si muore di fame.

Al momento dell’indipendenza non ci si pose la semplice domanda: “Noi abbiamo la cultura imprenditoriale necessaria per fare a meno dei bianchi?”. Purtroppo, se qualcuno l’avesse fatta, quella domanda, si sarebbe sentito dare questa risposta: “Se oggi non sappiamo come fare, impareremo presto”. Suona bene, la demagogia, infatti. Il fatto è che gli Zimbabweans non hanno imparato.

Oggi possono consolarsi dicendo “La colpa è dei bianchi che non ci hanno insegnato ad essere produttivi come loro”. E questo può convincere le folle poco alfabetizzate dell’Africa come i comunisti europei. Ma in realtà i bianchi (nati e cresciuti lì) non erano insegnanti: erano cittadini come gli altri che facevano i propri interessi mentre facevano anche gli interessi dei neri: come si è visto dopo. Inoltre, chi dice che gli “alunni” avrebbero tratto profitto dalle lezioni? Una classe imprenditoriale non si improvvisa, nemmeno in un posto pieno di laureati come la Sicilia o la Calabria.

Come se non bastasse, gli africani “progressisti” sono contro i missionari che in quel continente vanno proprio per fare del bene e per insegnare: sostengono di non avere bisogno né di tutela né di elemosine. E allora, perché accusare i fattori bianchi di non avere tenuto corsi di agronomia?

Infine, i neri non potevano imparare guardando ciò che facevano i competenti, esattamente come i garzoni imparano dagli artigiani elettrauto?

Inutile negarlo, ci sono delle differenze fra gli abitanti dello Zimbabwe e noi. Loro sono ancora capaci di essere vittime della demagogia più folle e rovinosa mentre noi, anche se non siamo gli allievi prediletti di Cartesio, siamo un po’ più razionali. Tuttavia anche noi abbiamo qualcosa da imparare dagli inglesi che hanno la più vecchia democrazia, hanno sconfitto i minatori di Scargill e non hanno mai avuto un grande partito comunista. Se si parla di differenze fra i popoli, non si tratta di razzismo. Si tratta di identificare lo stadio di sviluppo di una razionalità capace di contrastare la demagogia. E in questo campo in molti abbiamo parecchia strada da fare.

Gianni Pardo, giannipardo@libero.it

13 marzo 2009

I DISASTRI DELLA DEMAGOGIAultima modifica: 2009-03-13T16:13:49+01:00da Giannipardo
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