QUESTIONI LINGUISTICHE

Si può parlar bene per pratica ma dà fastidio la sicurezza, che molti hanno, che lo studio analitico della lingua sia inutile. L’argomento è spesso spazzato via decretando che “l’italiano si scrive come si parla e si parla come si scrive”. Cosa che non è affatto vera.

Ecco alcuni esempi. Innanzi tutto la nostra lingua ha delle convenzioni. Lo straniero deve imparare che il gruppo “scia” si legge ora come “sc”+a, come nella parola sciame, ora “sc”+ia come nel verbo sciare. E nella parola “schianto” quanti sanno che non c’è nessuna “i”?, C’è solo la semivocale “j”. E c’è di peggio. Le finali in “zione” si scrivono con una zeta e si leggono con due. Dunque lo scolaretto che scrive “stazzione” dimostra un eccellente orecchio. Poi c’è il fenomeno per cui, parlando velocemente, si elide la vocale finale di una parola se quella che segue comincia per vocale (Dove vai? Vadincentro), e quel fenomeno sfuggente chiamato raddoppiamento sintattico per cui bisogna pronunciare “vado a Roma” come “Vadarroma”. Raddoppiamento che si dovrebbe fare anche con “da”, pronunciando “vengodaccasa” (quanti lo fanno?), ed anche con “sopra”: che è poi la ragione per la quale bisogna scrivere soprattutto, soprassedere, soprammercato.  La lingua italiana parlata è molto più complessa di quanto si pensa e di quanto sappia io.

QUESTIONI LINGUISTICHEultima modifica: 2009-02-23T08:55:00+01:00da Giannipardo
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