LO STUPRO PER DISPETTO

LO STUPRO PER DISPETTO

 “Corriere della Sera” (19 febbraio 2009): “Sono stati catturati i due romeni autori dello stupro”. Uno dei due, confessando, ha detto: «Perché l’ho fatto? Per dispetto». Si può esprimere qualche dubbio sull’esattezza dell’espressione (un immigrato romeno conosce la parola “dispetto”?) ma se il pensiero del violentatore è stato riportato correttamente, se ne può trarre qualche utile riflessione.

Secondo Desmond Morris, l’uomo sarebbe l’unica “scimmia nuda”, cioè senza peli sul corpo. Per conseguenza è anche la più sessualmente attraente. Inoltre, l’essere umano sta in posizione eretta e così è ancora più sexy: perché esibisce le caratteristiche che lo differenziano. Questo stato di cose ha presumibilmente condotto tutti i gruppi umani – salvo rarissime eccezioni – ad attenuare i segnali sessuali, coprendo i genitali e appartandosi al momento dell’accoppiamento. Sarebbe questa l’origine del pudore.

Se tutto questo è vero, se ne deduce il valore del messaggio inverso: la mancanza di pudore, per la mentalità primitiva, rivela le intenzioni. Una donna seminuda non è solo una donna “poco coperta”, è una donna “sessualmente disponibile”. Ecco perché, per secoli, perfino una donna per bene, se scollata, truccata e volontariamente attraente, è stata definita una “puttana”. Né ha un senso diverso l’aggettivo “provocante”. Anche se oggi ha una connotazione positiva, non si può dimenticare che il suo significato originale è: “che invita all’aggressione sessuale”.

I musulmani più arretrati e integralisti hanno talmente condiviso questa idea, da cancellare la fisicità delle donne sotto il burka. Le hanno rese non solo “poco attraenti” ma, addirittura, fisicamente “assenti”. Nel senso che sotto tutta quella stoffa potrebbe esserci chiunque.

Tutto ciò vale anche per i comportamenti. Se un uomo e una donna si baciano o fanno l’amore in pubblico, i maschi meno evoluti possono leggere il fatto come una disponibilità sessuale della donna a qualunque accoppiamento. Hanno dunque tendenza a pensare: “Ora è il mio turno”. La sessualità esibita è disprezzata perché, nella società primitiva, essa è caratteristica solo delle prostitute e dei cani. Dunque gli stupratori che aggrediscono una coppia non al chiuso sentono quasi di infliggere una punizione a due immorali. E in particolare ad una donna dappoco, quasi una prostituta.

Nel caso dei due romeni di cui parla la cronaca, c’è infine il rancore verso chi è “regolare” in questo Paese, verso chi ha una donna (anche se è una ragazzina), verso chi è più ricco. Dunque una frustrazione sociale unita ad un’interpretazione primitiva dei costumi sessuali della società.

Quei due selvaggi, come tanti altri, hanno “punito” i due impudichi e nel frattempo hanno approfittato personalmente della “punizione” inflitta. Non diversamente da come certi autocrati romani condannavano a morte dei personaggi facoltosi e sequestravano tutti i loro beni, fino ad ingenerare il sospetto che li dichiarassero colpevoli proprio per impossessarsi dei loro beni.

Questa mentalità sessuale è certamente arretrata ma non del tutto estranea all’epoca contemporanea. Basta andare indietro di qualche decennio per trovare atteggiamenti consimili. È ancora vivo ed attivo quell’uomo politico, Oscar Luigi Scalfaro, che nel 1950, in un ristorante, osò rimproverare ad una signora sconosciuta il suo abbigliamento “immorale”. Era in prendisole, la scostumata. E Scalfaro non era nato sulla Luna: era solo convinto, per motivi morali, che la sessualità dovesse farsi ignorare.

Naturalmente tutto questo non può e non deve suonare come giustificazione del comportamento degli stupratori. È solo lo sforzo di comprendere una mentalità che non appartiene all’uomo sano di mente ed evoluto ma non è estranea all’umanità in quanto tale.

Gianni Pardo, giannipardo@libero.it

19 febbraio 2009

LO STUPRO PER DISPETTOultima modifica: 2009-02-19T15:43:54+01:00da Giannipardo
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