IL PROBLEMA DELLA SINISTRA

IL PROBLEMA DELLA SINISTRA

La situazione attuale della sinistra è problematica e forse una soluzione vera e propria non esiste. Qualcuno può rimpiangere i numeri e il successo del Pci ma quel partito disponeva di vantaggi che non esistono più: aveva un’ideologia, se non indiscutibile, certamente “forte” e che molti vedevano vincente. Aveva come punto di riferimento una superpotenza di cui poteva (mentendo) vantare i successi. Infine non era mai al governo, sicché non era mai chiamato a realizzare le sue promesse. Non ci si possono dunque aspettare dall’erede di quel partito gli stessi numeri e le stesse percentuali.

La realtà contemporanea è post-ideologica. I modelli di governo variano poco sia che vincano – per intenderci – i laburisti, sia che vincano i conservatori. Il mondo attuale è dominato dai fatti. Molti hanno sperato che Obama, succedendo all’impopolare Bush, risolvesse con un colpo di bacchetta magica i problemi degli Stati Uniti ma non è stato così e non sarà così. Non per demerito suo, semplicemente perché “i fatti sono la causa di morte di molte teorie”. E la grande novità è che a questa conclusione sia arrivata la maggioranza degli italiani.

Il Pci poteva promettere la luna e molti gli credevano. I sindacati hanno potuto parlare a lungo di ineguaglianze sociali, di tassazione dei ricchi e di ridistribuzione della ricchezza; oggi la gente è troppo informata per credere a queste fandonie. Per questo quando la Cgil tuona contro il precariato i giovani le rispondono in cuor loro che preferiscono piuttosto mettere un piede nel mondo del lavoro che aspettare un posto a tempo indeterminato che potrebbe non arrivare mai. Come se non bastasse, con l’alterigia di chi detiene il verbo, la Cgil ha infine rotto l’unità sindacale, rischiando di auto-emarginarsi. Giove rende dementi coloro che vuol perdere.

Il centro-sinistra non è molto lontano dal centro-destra, è socialdemocratico nella sostanza, ma è svantaggiato dalle mitologie di cui non riesce a liberarsi. Si dichiara a favore dei clandestini, delle leggi che fanno uscire dal carcere i condannati, degli immigrati, dei somari a scuola, dei sindacati anche quando sono nocivi, dei laici nei problemi bioetici e non importa neppure, alla fine, se abbia torto o ragione, nei singoli casi: importa che non sente più il polso del paese. Non capisce che andare contro Brunetta è da suicidi. Continua a sbagliare, come quando ha “rifiutato” i quaranta euro per i poveri chiamandoli con aristocratico disgusto “un’elemosina”. C’è gente che con quella sommetta può fare la spesa. È una continua sconfitta. Il Pd guarda con disprezzo agli atteggiamenti demagogici della Lega e la Lega guadagna punti percentuali. Si dissocia dalla politica di Di Pietro ma Di Pietro è vicino agli strati meno raffinati; in totale non solo ha perduto il messaggio rivoluzionario marxista-leninista ma appare più un club radical-chic che un partito dei lavoratori. Infine, diversamente dal centro-destra, non dispone di un leader carismatico e vincente. Veltroni, personalità inconsistente, è stato del tutto inadeguato ma bisogna riconoscere che è stato oggetto di critiche non univoche: segno che la formazione che aveva dietro di sé era composita e contraddittoria. Ed anche segno che un altro, al posto suo, probabilmente non avrebbe fatto meglio.

Il Pd è incerto sulla propria stessa identità,subisce la concorrenza di un “alleato” scorretto (ma perché l’hanno accettato?), e manca di un programma alternativo. Manca persino di singole proposte di soluzione e non ha il coraggio di associarsi a quelle positive della maggioranza: gliene lascia l’esclusivo merito. In totale soffre di una perdita di credibilità di cui la sconfitta di Soru in Sardegna è una conseguenza. Il Paese è in recessione ma gli italiani sono convinti che a Palazzo Chigi la sinistra farebbe anche peggio.

Se non si tiene conto dei partiti dell’estrema sinistra, che gli elettori hanno praticamente cancellato, oggi le due grandi coalizioni hanno programmi sostanzialmente equivalenti. La differenza è negli uomini che li rappresentano e nella sensibilità agli umori del Paese. Gli uomini del centro-destra non fanno certo faville, ma quelli del centro-sinistra riescono perfino ad essere peggiori.

Gianni Pardo, giannipardo@libero.it

18 febbraio 2009

 

IL PROBLEMA DELLA SINISTRAultima modifica: 2009-02-18T11:54:38+01:00da Giannipardo
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