QUESTIONI LINGUISTICHE

A proposito di “apriti cielo!” mi aspettavo una pressoché totale convergenza di spiegazioni, ma non è stato così. E allora mi permetto di dire la mia. Secondo me il cielo non può essere quello meteorologico. La troposfera infatti non è qualcosa di solido, come una tenda, che può essere spostato ed aperto. Questa concezione era viceversa possibile quando il cielo era ritenuto una sorta di superficie, di copertura, e si ipotizzava che si potesse andare al di là di essa. Ancora oggi, di qualcuno che sia morto, si dice che “è volato in Cielo”. Dio stesso, pur essendo in ogni luogo, ha come residenza propria il Cielo e a volte la parola è usata come un sinonimo del suo nome. Basti pensare all’esclamazione: “Volesse il Cielo!” Tutto questo probabilmente spiega l’espressione di cui si discute. Dio, per fatti di particolare gravità (basti pensare al fulmine di Giove) squarcia il velame della volta celeste e interviene. L’immagine è quella dell’azzurro del cielo, o delle nubi, che si aprono, per lasciar apparire Dio che, corrucciato e vindice, rimette a posto le cose. “Apriti cielo!” significherebbe dunque: “questa cosa è talmente grave da invitare il cielo e le nubi a farsi da parte per rendere visibile l’intervento divino”.

 

QUESTIONI LINGUISTICHEultima modifica: 2009-02-12T19:11:40+01:00da Giannipardo
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Un pensiero su “QUESTIONI LINGUISTICHE

  1. Ultima risposta a Carliballo, nel posto “Le traduzioni di Repubblica”, che riporto qui per chi avesse a suo tempo seguito l’episodio.
    Caro Carliballo,
    il suo commento non è stato pedante, è stato preciso. Abbiamo in comune la passione per le lingue, vedo, ed io confesso subito un mio limite: avendo avuto poca occasione di praticarlo, ho difficoltà con l’americano. Certe persone non articolano gran che, molti saltano le “t” (per cui international invece di suonare /intǝ’næSnǝl/ suona /inǝ’næSnǝ/ e twenty suona /twini/), più la tendenza a pronunciare la “o” di money come la “o” di hot e la “o” di hot come una a. Io mi ci perdo. Insomma gli americani capiscono me meglio di come io capisco loro. Mi consolo dicendo che sono uno specialista di francese, non di inglese.
    Lei dice che è meglio affidarsi agli interpreti ed ha ragione. Purtroppo, molta gente non si rende conto dell’immensa difficoltà delle lingue, quella per la quale, se mi chiedono quanto tempo ci vuole per impararne una, io rispondo: tutta la vita, se si è longevi. Nella mia città ho visto un negozio con questa insegna: Point alimentary. Non è da impiccagione? Questo signore non ha frequentato nemmeno la prima media, in inglese, classe in cui immagino si insegni il posto dell’aggettivo, e scrive sulla facciata del suo negozio: “Sono un ignorante. In compenso, presuntuoso”.

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