QUESTIONI LINGUISTICHE

LO PSEUDONIMO

Parlando di pseudonimi mi sento un po’ un abusivo, dal momento che non ne ho mai usati. Credo tuttavia di poter ipotizzare le seguenti ragioni, per adottarne uno. Innanzi tutto qualcuno può desiderare di sfuggire ad un cognome ridicolo o semplicemente brutto: Caratozzolo, Scornavacca, Porcu. Altri possono cercare di sfuggire ad un’identità troppo nota: basti pensare all’ipotesi di un Piero Ostellino che desideri vedere come riesce ad interloquire con chi non sa di avere a che fare con un famoso giornalista, ex-direttore del Corriere della Sera. Qualcuno ha addirittura cura di scegliere uno pseudonimo che non riveli neppure il proprio sesso. C’è poi chi potrebbe adottare un soprannome perché nel web volano insulti e un soprannome potrebbe rendere più difficile l’identificazione, se qualcuno volesse presentare una querela per ingiurie o per diffamazione. La ragione più semplice e profonda è tuttavia una sorta di voglia di rinascere, con caratteristiche diverse: qualcosa di analogo cioè a ciò che avviene nella Chiesa quando, pronunciando i voti, il religioso cambia nome e una Anna Maria diviene Suor Teresa. Il procedimento non deve stupire: nella mentalità primitiva, di cui in fondo non ci siamo liberati, il nome non è puramente convenzionale: aderisce alla persona, partecipa della sua sostanza (ed esiste infatti l’onomanzia) e per questo, cambiando nome, è come se si rinascesse. Una Carmela, stanca del suo nome terroso e meridionale, nel mondo del web potrebbe finalmente firmarsi Jennifer o Samantha, quasi un personaggio di soap opera, e un Giorgio Rossi potrebbe adottare un nickname programmatico come “Liberopensiero”, o perfino “Lenin2”.  Va infine segnalato che qualcuno potrebbe adottare uno pseudonimo per la ragione più banale: perché crede che sia obbligatorio, nel mondo di internet.

QUESTIONI LINGUISTICHEultima modifica: 2009-01-29T09:27:31+01:00da Giannipardo
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