IL PICCOLO ERRORE

IL PICCOLO ERRORE

Un sondaggio (www.demos.it)  fornisce dei dati sugli umori elettorali degli italiani. Il centro-destra mantiene il consenso rispetto alle ultime elezioni, il Pd crolla dal 33 al 27% circa e Di Pietro balza dal 4,4 al 9,3%. Più interessanti sono tuttavia gli altri dati del sondaggio, in particolare quello sulle simpatie. Qui L’Idv riscuote addirittura il 19% mentre il Pd mantiene solo i propri fedeli. Questo significa che in molti apprezzano ciò che dice Di Pietro, e poiché egli non fa che sputare veleno su Berlusconi, il senso è chiaro: c’è ancora spazio per chi fa di questo l’unica battaglia.

Tocqueville, nell’Ancien Régime et la Révolution, ha dimostrato che molta parte delle istituzioni francesi sono sopravvissute, immutate, a quella grande tempesta. Il popolo non cambia opinione da un giorno all’altro. Quando un Paese che ha il primo grande partito fascista d’Europa passa ad avere il più grande partito comunista del mondo libero, si conferma l’amore per il totalitarismo. Per questo non è strano che personaggi come Dario Fo, Giorgio Bocca, Eugenio Scalfari siano passati dal fanatismo fascista al fanatismo antifascista.

Negli ultimi quindici anni una buona metà del Paese è stata allevata a pane e antiberlusconismo e il risultato è stato disastroso. Dal 1996 al 2001 si sono avuti dei governi incerti, fragili, che non hanno lasciato buona memoria di sé. Nel 2006 una pseudo-vittoria che ha dato vita ad un governo talmente inconcludente e criticabile che dopo meno di due anni è caduto, senza lasciare rimpianti. Infine, nel 2008, un’autentica disfatta.

Tuttavia in questo disastro alcuni dirigenti della sinistra, già settimane prima della caduta di Prodi, ebbero un’idea in prospettiva realmente feconda. Pensarono che nessun governo di centro-sinistra si sarebbe potuto costituire senza i Ds e la Margherita. Se dunque essi si fossero unificati e avessero rifiutato qualunque alleanza, avrebbero sfruttato un’insuperabile rendita di posizione. Avrebbero potuto dire all’elettorato: o votate per noi o disperdete i voti e vince Berlusconi. E per questo crearono il Pd. Naturalmente per il 2008 non avevano speranze; pensavano di perdere queste elezioni e riprendere il potere nel 2011. Tutto ben argomentato, tutto ben progettato, un po’ come la spedizione dell’Armada Invencible. Ma mentre quella è stata battuta soprattutto dalla tempesta, qui è bastato molto meno.

Questa è una tragedia della storia che si è ripetuta più volte. Un piano studiato fin nei particolari fallisce per un unico, piccolo errore. In questo caso il pericolo fu denunciato già sul momento (anche da noi, nel nostro piccolo) ma probabilmente agli interessati esso apparve insignificante. Forse credettero di lasciare un piccolo spazio ai nostalgici: “Chi si attarda nell’antiberlusconismo e nel giustizialismo non andrà disperso: sosterrà il nostro alleato”. Da un lato sottovalutarono la spregiudicatezza di Di Pietro, dall’altro non capirono che gli antiberlusconiani non erano pochi attardati: erano quasi tutti i loro elettori. Loro stessi li avevano voluti così e quelli non potevano, da un giorno all’altro, essere diversi. Certo, se il Pd fosse stato solo, tutti sarebbero stati obbligati a seguirlo, perché l’alternativa sarebbe stata Berlusconi: ma lasciando spazio all’ex-pm annullarono l’idea di partenza. E ora non la finiscono più di pagare per la loro dabbenaggine.

Quanto detto è corroborato dai dati del sondaggio. Il 37% è favorevole all’alleanza con la sinistra Arcobaleno, un altro 37% prende in considerazione l’Udc, solo perché in contrasto con Berlusconi e non certo per comunanza di radici ideali, e solo un 39% è favorevole all’avventura solitaria. Ma, ecco il punto: oltre il 50% – il cinquanta per cento! – è favorevole all’alleanza con Di Pietro. Questo significa che l’Idv ha coltivato così bene l’antiberlusconismo che gli elettori si dicono: se questa è la nostra politica, perché non chiamiamo a raccolta tutti quelli che la pensano come noi? Perché seguire un partito socialdemocratico che non è né carne né pesce? Il partito deve dire tutti i giorni che Berlusconi è un delinquente. Noi lo pensiamo ancora e ancora. Come ci avete insegnato voi tutti: Ds, Margherita, Rifondazione Comunista ecc, Verdi, Comunisti italiani. E Di Pietro.

E così il progetto del Pd è tramontato. Per un piccolo errore.

Gianni Pardo, giannipardo@libero.it

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Colgo l’occasione per augurare Buon Natale.

21 dicembre 2008

 

IL PICCOLO ERROREultima modifica: 2008-12-21T18:00:37+01:00da Giannipardo
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