QUESTIONI LINGUISTICHE

Tutti noi apprendiamo le parole non cercandone la definizione o l’etimologia nel dizionario ma nell’uso concreto. Se uno dice “passami quel coltello”, indicandolo col dito, dà quella che qualcuno ha chiamato “definizione ostensiva”. Da quel momento, anche se uno non avesse mai sentito parlare di coltelli, saprebbe che quello è un coltello. E se invece di dire coltello si è detto “couteau”, knife”, “Messer”, è questo che si imparerà. E vale anche per i concetti astratti. Se si scrive: “Il provvedimento suscitò un tale malcontento da provocare una xxx: la gente scese in piazza, cominciò ad attaccare la polizia e i palazzi del governo…” anche senza mettere, al posto di xxx “una sommossa, “una rivoluzione”, il concetto è chiaro. Inoltre se invece di scrivere “una sommossa” scrivessimo “una  stràgula”, da domani questa parola inesistente sarebbe un sinonimo delle altre. Impariamo le parole dal contesto in cui le vediamo usare. Ecco perché tramontare non ha più niente a che vedere con i monti e il sole tramonta sul mare, sul ghiaccio, sugli alberi.

Quanto al contrario di misogino la parola dovrebbe essere ginofilo. Putroppo somiglierebbe troppo a “cinofilo”: e per fortuna non esiste. Rimane un’alternativa: donnaiolo o innamorato delle donne, secondo che si tratti di un sottaniere o di un Casanova.

QUESTIONI LINGUISTICHEultima modifica: 2008-12-11T10:20:00+01:00da Giannipardo
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