IL CADAVERE DELL’ALITALIA

A proposito dell’Alitalia, Berlusconi e il suo governo cantano vittoria; a proposito dell’Alitalia, la sinistra dice che è un imbroglio molto peggiore e costoso della vendita all’Air France; a proposito dell’Alitalia, molti siamo costretti a confessare: “Non ne abbiamo capito niente”.

 

Effettivamente, quando si arriva a questi livelli di finanza, la logica non basta più. Per essere accettati nell’area dell’euro, una delle condizioni imprescindibili era un debito pubblico inferiore al 60% del pil. A questo punto le persone ragionevoli dissero: l’Italia è fuori. Mai e poi mai riuscirà ad arrivare a questa percentuale. E invece è andata che l’Europa non ha tenuto conto delle sue stesse regole, si è accontentata di promesse e l’Italia oggi è indebitata più o meno quanto prima. In queste condizioni, come pretendere che per l’Alitalia si applichi la Tavola Pitagorica ?

 

Andiamo all’essenziale. Da anni, la dichiarazione di fallimento dell’Alitalia sarebbe stata una necessità giuridico-economica. Il suo dissesto non è congiunturale: essa è (dis)organizzata in modo che, rimessa in pari oggi, ricomincerebbe ad accumulare debiti da domani. È un cadavere al di là di ogni sforzo di rianimazione.

 

Tuttavia in marzo questa società decotta un valore doveva averlo, diversamente Air France non avrebbe accettato di rilevarla: e questo è possibile solo se chi gliela vendeva offriva un attivo superiore al passivo. Ovviamente, perché ciò fosse possibile, bisognava che si facesse carico del passivo stesso. Dunque si vendeva la parte sana della compagnia. La sinistra insiste che l’attuale piano è rovinoso e che quello di Air France sarebbe stato più conveniente: quasi che Air France fosse disposta ad accollarsi tutte le passività. Ma questo è impossibile: la Francia non aveva nessun dovere e nessun interesse a farsi carico di enormi debiti italiani.

 

Se Air France poteva considerare economicamente utile acquisire l’Alitalia, e se ora la compagnia è acquisita da una cordata italiana, come mai quello che era un affare diviene un disastro? Ma – si può dire – le condizioni sono diverse. Benissimo. Facciamo l’ipotesi che Air France offrisse di più: come mai la società francese era più generosa, con le casse dell’Erario italiano, di quanto lo Stato italiano non sia con se stesso? E se invece le condizioni offerte da Air France erano peggiori, come mai ci strugge di nostalgia per il mancato affare con essa?

 

In realtà il presupposto, chiunque fosse l’avente causa, era che lo Stato italiano – guidato da Prodi o da Berlusconi poco importa – si facesse carico delle passività. Per questo è del tutto inutile protestare: chi compra per cento una cosa che vale cinquanta? E l’opposizione propone forse il licenziamento in tronco di parecchie migliaia di lavoratori?

 

 Il lato drammatico del problema è in effetti rappresentato dalla sorte del passivo e degli esuberi. Per il primo, è inutile che la sinistra e “ la Repubblica ” di Ezio Mauro alzino vibrate proteste contro questo debito caricato – sia pure per vie traverse – sulle spalle dei contribuenti. Sulle spalle di chi lo caricava, Prodi? Sulle proprie?

 

Per quanto riguarda gli esuberi, l’Italia è un Paese che non può permettersi di veder arrivare sul mercato del lavoro, in un sol colpo, ventimila nuovi disoccupati, cioè tutti i dipendenti dell’Alitalia in caso di fallimento. Meglio farsi carico, a qualunque costo, di tremila, quattromila o anche seimila lavoratori, salvando il resto e la pace sociale. Dunque, anche quelli che sognavano un bel fallimento di questa compagnia aerea (che lo merita da anni) dovranno rassegnarsi. È vero, oggi come a marzo – Prodi consule – tutti (e in particolare coloro che non hanno mai preso un aereo in vita loro) avrebbero preferito veder portare i libri in Tribunale, senza che questo costasse un euro alla collettività: ma si può chiedere al governo di suicidarsi?

 

Abbiamo detto che, quando si dibattono questi grandi problemi, la Tavola Pitagorica non vale più: ma i dilemmi esposti rimangono ineludibili. Se acquisire Alitalia conveniva ad Air France, può convenire ad un soggetto italiano. Se Prodi era capace di non caricare debiti sulle spalle dei contribuenti, ne è capace anche Berlusconi. E se invece c’era e c’è un costo da pagare per i debiti e gli esuberi, quel costo è da affrontare chiunque acquisisca Alitalia.

 

Gianni Pardo, giannipardo@libero.it

 

29 agosto 2008

 

IL CADAVERE DELL’ALITALIAultima modifica: 2008-08-29T19:52:15+02:00da Giannipardo
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