IL RIBALTAMENTO DEI PREGIUDIZI

Mancano poco più di due mesi all’elezione del prossimo Presidente degli Stati Uniti e in politica questo è un tempo lunghissimo. Potrebbero accadere mille cose e forse una sola di loro potrebbe cambiare l’esito della consultazione. Come avvenne per l’elezione di Zapatero, con l’attentato di Atocha. E dunque solo se si prende la cosa come un gioco di società ci si può divertire a dire perché Obama non dovrebbe vincere.

 

I punti di forza del senatore dell’Illinois sono la sua gioventù e il suo aspetto elegante. Ma il valore visivo è un asso di briscola solo nel breve termine: poi ci si abitua e si bada ad altro. Questo candidato, per giunta, sembra il paradigma dei valori “pubblicitari”. Va avanti a slogan astratti: il “Cambiamento”, senza indicare in che direzione; il perentorio “possiamo farlo”, senza dire che cosa. Obama ha venduto se stesso come quelle fabbriche che, per invogliare all’acquisto, presentano la loro auto che riluce sotto luci sapienti, con accanto una bella ragazza. Questo può creare un capannello di curiosi: ma si può contare sul fatto che costoro firmeranno un contratto senza chiedere quanto costa, le prestazioni, il consumo, le garanzie?

 

Al momento del voto esiste il rischio che la sagra dei pregiudizi potrebbe ribaltarsi. Tutti siamo in teoria per l’uguaglianza dei sessi, delle razze, ecc., ma se qualcuno dovesse essere operato, in ospedale, e vedesse arrivare in camice il giovane e affascinante chirurgo del telefilm, chiederebbe: “Ma che esperienza ha, questo ragazzo? Non potrebbe operarmi il primario?” Riguardo ad Obama, all’ultimo momento gli americani potrebbero accorgersi che non ha un curriculum, non ha un programma, e in fondo non sanno chi è. Sanno soltanto che è giovane e, soprattutto, è nero: cose che potrebbero non giocare a suo favore.

 

Probabilmente il partito democratico con Hillary Clinton e Barack Obama ha commesso un errore. Finché si è trattato della nomination – cui partecipano soprattutto i più interessati – è stato bello presentarsi scevri da pregiudizi ed anzi pronti a favorire i tradizionalmente svantaggiati, le donne e i negri. Cose lodevoli. Ma l’elezione riguarda tutti gli americani, non solo coloro che hanno superato i pregiudizi stupidi. Al momento opportuno, quando è in ballo la propria sicurezza e il proprio futuro, la gente dimentica i buoni propositi. Se al momento del decollo la voce che al microfono dice “Vi parla il capitano” è quella di una donna, molti non sono contenti.  Stupido, vero? Ma, quando ci si rivolge a decine di milioni di votanti, perché non tenere conto della maggioranza, che potrebbe essere composta da stupidi?

 

Gianni Pardo, giannipardo@libero.it

 

28 agosto 2008

 

IL RIBALTAMENTO DEI PREGIUDIZIultima modifica: 2008-08-28T10:58:59+02:00da Giannipardo
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