IL PROBLEMA VELTRONI

La sinistra parlamentare, secondo quanto si legge, è in stato confusionale. Una delle poche certezze – oltre quella del “tutti contro tutti” – è la critica a Walter Veltroni. E tuttavia – come dice Battista sul “Corriere” di oggi – non lo si può accusare di avere perso le elezioni perché esse erano perse in partenza; non lo si può accusare di gravi gaffe o di altre precise colpe, perché non ne ha; e non rimane che prendere in considerazione la personalità sua e di quelli che gli stanno intorno.

 

Veltroni non è odioso. Gli si può anzi rimproverare un eccesso di soavità, di amore per il compromesso, di tendenza all’“embrassons-nous”. Però è a causa di questi “difetti” che è stato scelto per guidare il Pd. Quando ci si è accorti che l’Italia era stanca degli eccessi verbali della sinistra estrema, ed anche delle parole tanto paciose quanto velenose di Prodi, si è pensato che un uomo sorridente – l’uomo del “ma anche”, come l’ha bollato il comico Crozza – fosse la scelta giusta. Ecco perché il sinedrio ha imposto alla base l’osanna delle “Primarie”. E la base ha risposto entusiasticamente: sia perché l’alternativa non era credibile (Rosy Bindi?), sia perché si aveva la penosa sensazione di un’impasse. Con Prodi non si andava da nessuna parte e il governo era a perdere. Come si è visto.

 

Purtroppo, anche i migliori medicinali hanno delle controindicazioni. La prima, in questo caso, è che si è commesso per la seconda volta lo stesso errore. Romano Prodi non era nessuno. Non aveva un partito. Non era il portatore di una certa idea della politica. Dietro di sé non aveva neanche, come Berlusconi, una storia di successi in campo economico. Lo si è scelto solo perché non era socialista. Solo perché non era un vero democristiano. Soprattutto perché non era comunista: era dunque presentabile, oltre che duttile, incolore e pragmatico. Sulla carta, costituiva una garanzia di stabilità per il governo. Purtroppo, l’esperienza concreta è risultata devastante.

 

Dovendolo sostituire non si è però pensato a trovare una soluzione diversa: una personalità forte, capace di avere un’idea e d’imporla, un capo capace di far sentire al partito che le redini erano in mani saldissime. Al contrario si è fatto ricorso ad un uomo dalla fama di mitezza e flessibilità ai limiti dell’inconsistenza. Uno che, dopo tutta una vita nel Pci e seguenti, ha avuto il coraggio di dire di non essere mai stato comunista. Un politico senza la proterva durezza di D’Alema, senza la risolutezza di Bersani, senza la tecnocratica freddezza di Enrico Letta. Ed ecco che, ora, gli si rimprovera di essere quello che è. La dirigenza del suo partito sente acutamente che i galloni di capitano non se li è guadagnati ma gli sono stati regalati, come erano stati regalati a Prodi e molti in cuor loro si dicono: “Perché lui e non io?”. Per questo vorrebbero spodestarlo ma, ad oggi, non esiste il contraltare. Si mette in discussione la leadership di Veltroni (Parisi) senza proporre nessuno: si parla di congresso. Cioè si confessa che non si sa chi mettere al suo posto. E se appena si facesse un nome, tutti si precipiterebbero a distruggerlo.

 

Come se non bastasse, ci sono i problemi di fondo: non si è realmente composta la frattura fra i due partiti che hanno costituito il Pd; non si sa che cosa obiettare di serio alla politica dell’attuale governo; si è aperto il vaso di Pandora e ci si è trovato dentro Di Pietro.

 

Il dramma del Pd è doppio: da un lato soffre della mancanza di un vero leader, di quelli che non sono imposti ma s’impongono; dall’altro, persiste la furbizia di chi vuole ad ogni costo presentarsi come un agnello mentre ha natura e tradizioni di lupo. Situazione non bella. Un grande leader sarebbe forse capace di uscirne collaborando alla grande col governo nei progetti che reputa positivi ed opponendosi strenuamente a quelli che reputa negativi. Oltre che mettendo Di Pietro al suo posto, che è quello di una fazione rinnegata dal Pd. Ma ci si può aspettare tutto questo da Veltroni?

 

Gianni Pardo, giannipardo@libero.it

 

23 agosto 2008

 

IL PROBLEMA VELTRONIultima modifica: 2008-08-23T12:24:02+02:00da Giannipardo
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