COSE DA SCIMPANZÈ. MA NON SOLO

Un articolo del New York Times riferisce interessanti ricerche sui vocalizzi di alcune scimmie durante l’attività sessuale.
I ricercatori hanno notato che le femmine di babbuini e scimpanzè spesso emettono forti grida durante l’accoppiamento. Poiché questo comportamento potrebbe segnalarle ai predatori, è stato necessario scoprire che utilità esso potesse avere per la specie.
La prima ragione che si è trovata è, per così dire, di pubblicità. Facendo sapere in giro che si è disposte all’accoppiamento si attirano altri maschi con cui accoppiarsi in modo che – questo è il punto centrale – ciascuno di loro possa pensare poi di essere il padre del piccolo e non sia aggressivo con lui fino ad ucciderlo, come a volte avviene. Il fenomeno è infatti corrente: presso i leoni, il giovane che scaccia il vecchio capobranco uccide tutti i piccoli affinché le femmine entrino presto in calore e possano ricevere i suoi geni.
Gli studiosi Simon Townsend, Tobias Deschner e Klaus Zuberbuhler hanno però dimostrato che le scimmie non sempre emettono questi suoni. In particolare hanno visto che lo fanno o no prendendo in considerazione la situazione sociale. Seguendo la vita sessuale di sette scimpanzè femmine nella foresta Budongo (Uganda) e registrando su nastro circa trecento accoppiamenti, hanno scoperto che in due terzi degli incontri le femmine non emettevano nessun grido. Dunque il principale scopo dei suoni non era quello di attirare altri maschi. Gli etologi hanno però osservato che le scimmie tendevano a non far rumore quando c’erano femmine di alto rango, nei dintorni (si sa che fra gli animali sociali si formano livelli sociali diversi), mentre emettevano i suoni soprattutto quando si accoppiavano con maschi di alto rango: e questo è stato facile da spiegare.
Non appena sono fertili, le femmine delle scimmie, per evitare il pericolo dell’incesto, tendono ad associarsi con un gruppo diverso. Ovviamente le femmine di quel gruppo le vedono come rivali nella conquista dei maschi e delle loro attenzioni (per se stesse e per la loro prole): e questo può renderle aggressive. Dunque non devono farsi notare durante l’accoppiamento con un maschio non di alto rango, perché rischierebbero soltanto di ottenere che quelle intervengano e pongano fine al “divertimento”. Viceversa, se il maschio è di alto rango, non solo saranno protette dalle altre femmine, ma potranno con le loro grida attirare altri maschi di alto rango, rendendo incerta la paternità e proteggendo così il nuovo nato (segue l’originale dell’articolo).
Il lato interessante di queste osservazioni etologiche è che, come spesso avviene per i primati, i dati che valgono per loro valgono anche per noi. La moglie che ha avuto un bambino dall’amante fa di tutto per tenere questo fatto segreto, perché diversamente ne conseguirebbe, a parte il ripudio, una serie di maltrattamenti nei confronti del piccolo illegittimo. La cosa migliore è che tanto l’amante che il marito credano loro il bambino: e questo implica l’ovvio riferimento a “Filumena Marturano”, di Eduardo De Filippo. In secondo luogo, ogni ragazza è felicissima se riesce a farsi vedere al braccio di un “maschio di alto rango”: un giovane bello, oppure ricco, oppure celebre. Anche a non divenire la sua donna, è riuscita a farsi considerare desiderabile ai più alti livelli. Se invece non ci riesce, se ottiene solo le attenzioni di un maschio di basso livello, si rifarà intimamente con le sue qualità segrete. Il romanticismo, in questo senso, sembra proprio un ripiego.
L’antipatia con cui la scimmia nuova venuta è vista in una tribù è tutt’altro che stupefacente. I maschi vedono infatti in lei un’occasione di accoppiamento, le femmine una pericolosa concorrente. E fra gli esseri umani l’antipatia è tanto più forte quanto più la nuova venuta è attraente. La gelosia non è dunque un fatto sentimentale, come si tende a credere: è una strategia di sopravvivenza per i propri geni e uno dei mezzi attraverso cui funziona la selezione. La stessa morale sessuale sembra tendere alla stabilità della coppia e ad ottenere dal maschio la collaborazione nelle cure parentali: ma soprattutto per la scelta del partner funzionano alcune delle regole dei babbuini e degli scimpanzè.
Gianni Pardo, giannipardo@libero.it
27 luglio 2008

In Chimps, Loud Sounds During Sex Reflect Careful Calculation. By NICHOLAS WADE (New York Times)
Intricate as the mating dance may be among people, for other primates like chimpanzees and baboons it is even more complicated. This is evident from the work of researchers who report that the distinctive calls made by female chimpanzees during sex are part of a sophisticated social calculation.
Biologists have been puzzled by these copulation calls, which can betray the caller’s whereabouts to predators. To compensate for this hazard, the calls must confer a significant evolutionary advantage, but what?
The leading explanation involves the way female primates protect their offspring. Male chimps and baboons are prone to kill any infant they believe could not be theirs, so females try to blur paternity by mating with as many individuals as possible before each conception. A side benefit is that by arranging to have sperm from many potential fathers compete for her egg, the female creates conditions for the healthiest male to father her child.
The calls that female chimps make during sex seemed to be just part of this strategy. By advertising a liaison in progress, biologists assumed, females stood to recruit many more partners.
But the study, by Simon Townsend, Tobias Deschner and Klaus Zuberbuhler, shows that in making calls or not, the females take the social situation into account. The researchers monitored the lively love lives of seven female chimps in the Budongo Forest of Uganda, making audio recordings of nearly 300 copulations. In two-thirds of these encounters, they found, the female made no sound at all. This finding undermines the thesis that the principal purpose of copulation calls is to instigate rivalry among males, the researchers reported in the scientific journal PLoS One.
Chimps are particularly likely to be silent and conceal their liaisons when higher-ranking females are nearby. They were most acoustically exuberant when cavorting with a high-ranking male. The reason may be that other higher-ranking males are likely to be around, too, and by advertising her availability to them a female chimp may gain many influential protectors for her future infant.
The calculus changes when higherranking females are around because they are likely to attack the caller and break up the fun. To avoid incest, young females leave their home group and try to integrate with neighbors by offering themselves to socially important males. But the resident females tend to be obstructive, perhaps because they see them as competitors for male protectors and desirable feeding areas.
Though human vocalizations during intercourse have not been much studied, they do have “a quite elaborate acoustical structure, which suggests some kind of communicative function,” said Dr. Townsend, who is at the University of St. Andrews in Scotland. Copulation calls are not a feature of public life in Western societies, but the situation could be different in hunter-gatherer groups, which enjoy little privacy.
Female chimpanzees have sexual swellings during their receptive period. They remain visible for several days, but chimps ovulate on one day. A female gives her copulation calls throughout the period, concealing her most fertile time from the males.
“If she was truly interested in meeting with the best males, she should do all her calling during that narrow window when it matters,” Dr. Zuberbuhler said. “But she doesn’t. She conceals the time of ovulation by calling throughout her cycle.”

COSE DA SCIMPANZÈ. MA NON SOLOultima modifica: 2008-07-29T18:47:08+02:00da Giannipardo
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2 pensieri su “COSE DA SCIMPANZÈ. MA NON SOLO

  1. Lei sembra dire che non sfruttiamo la nostra intelligenza per differenziarci dalle scimmie. In realtà l’usiamo per conseguire gli stessi scopi. Solo che a volte ne facciamo uso per complicarci la vita al di là dell’utile. Basti dire che le scimmie ben raramente hanno complessi sessuali.
    Quanto al sotterraneo disgusto che lei manifesta riguardo alla nostra così stretta parentela con i primati, mi permetto di farle notare che è l’atteggiamento di quei nobili che preferiscono non ricordare che sono ricchi perché un loro antenato era un rapinatore. Ma l’origine è quella. E solo un uno o un due per cento del dna (o dei geni, non so più) ci differenzia proprio dagli scimpanzè.

  2. In effetti, prima di arrivare alla fine del post, stavo pensando che sostituendo “scimmia femmina” con donna e “scimmia maschio” con uomo, non sarebbe cambiato niente. Il fatto sconcertante è che noi in più abbiamo l’intelligenza, cosa che non sfruttiamo mai a dovere. Un saluto.

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